Black Power Afroamericano nel mondo del Vino

Il mondo del vino, specialmente in USA, oggi riflette un mercato sempre più diversificato e inclusivo. Chi sono i nuovi sommelier e personaggi che portano nuova vita e il Black Power nel mondo del vino?

Di Francesca Ciancio
Apr 09, 2021
tagAlt.Happy couple opening wine Black Power 2

COLORI DIVERSI NELLA SCENA ENOGASTRONOMICA


Quasi un anno fa moriva a Minneapolis George Floyd, il 46 anni afroamericano deceduto a seguito dell'intervento di Derek Chauvin, un poliziotto che tenne molti minuti il ginocchio sul collo di Floyd, procurandone la morte per asfissia. La diffusione del video dell'arresto scatenò proteste e manifestazioni in tutto il mondo contro l'abuso di potere da parte della polizia, accusata di comportamenti razzisti.

Proprio in queste settimane si stanno svolgendo le udienze del processo che mettono in evidenza il comportamento discriminatorio da parte del dipartimento di polizia della città del Minnesota. L'uccisione brutale di Floyd va, tuttavia, ben aldilà di una sentenza di colpevolezza ai danni di un poliziotto e di un risarcimento plurimilionario per la famiglia dello scomparso. Lo ha dimostrato il movimento di protesta Black Lives Matter sviluppatosi da quel 25 maggio 2020 in poi e che ha continuato a crescere e riguardare molti ambiti, apparentemente lontani da questi fenomeni.

Uno
di questi settori è il vino, diventato una delle cartine tornasole di un razzismo sistemico in un paese come l'America. Il paese a stelle e strisce ha cominciato ad interrogarsi su quante persone di colore lavorino nel settore vitivinicolo e quante di queste riescano ad emergere e farsi conoscere. È apparsa una situazione fatta più di ombre che di luci, dove l'inclusione non è affatto scontata. D'altro canto un movimento di crescita,  lento ma attivo, all'interno del settore enogastronomico è in atto e l'elenco di imprenditori e lavoratori neri va arricchendosi sempre più.
 

 

LA DOMANDA E’ "IL SETTORE DEL VINO HA UN PROBLEMA DI RAZZISMO?"

Poche settimane dopo l'uccisione di Floyd, nelle dirette Instagram Live ha fatto sentire la sua voce Julia Coney, giornalista e scrittrice di vino americana che ha sostenuto la diversità e l'inclusione nel settore. È anche l'autrice di un saggio sul razzismo nell'ambiente vitivinicolo e ha creato Black Wine Professionals, uno strumento di database destinato ad aumentare la diversità nel mondo del vino.

Il messaggio non è caduto nel vuoto:  nelle live così come in diversi articoli seguiti alle dirette della Coney, molti istituti di formazione dedicati al vino come The Court of Master Sommelier, The Institute of Master of Wine e il Wset si sono schierati contro il razzismo e a favore di una maggiore inclusività, revisionando le proprie policy.

Intervenuta all’ultima edizione del congresso internazionale dedicato al business alla comunicazione del vino Wine2Wine – quest’anno online anziché presso la Fiera di Verona – la giornalista americana ha sottolineato quanto il vino possa essere un ottimo alleato contro la discriminazione perché basa la sua forza sulla diversità ma anche sull’inclusione. Da qui l’appello alla wine industry di appoggiare questo genere di cause perché rappresentano ottimi ganci per attirare nuovi consumatori.

Proprio dalle ricerche fatte dalla Coney sono emersi alcuni pregiudizi appartenenti al mondo del vino piuttosto ricorrenti: credere ad esempio che ai neri piaccia solo il vino dolce, o che non possano permettersi bottiglie costose né tanto meno apprezzarle oppure imbattersi in professionisti di colore e identificarli subito nel personale di servizio.

L'argomento comune è che, poiché ci sono poche persone di colore di spicco nel settore del vino, i consumatori neri presumono che il vino non sia cosa per loro.  A smuovere un po’ questo immobilismo di vedute ci pensano star della musica come Snoop Dog con il suo vino rosso “Snoop Cali Red”, creato con l’azienda australiana 19 Crimes, realtà viticola in anticipo sui temi della questione della razza, o film come Uncorked, lanciato da Netflix nel 2020 e ispirato alla vita di DLLynn Proctor, riconosciuto come miglior sommelier d’America nel 2008 dalla rivista Wine&Spirits Magazine, ambasciatore per dieci anni del colosso Penfolds, oggi direttore della cantina Fantesca nella Napa Valley.

La pellicola racconta la sua storia, quella di un giovane afroamericano che vuole diventare un master sommelier. Di strada ne ha fatta – anche se con diversi incidenti di percorso – anche André Hueston Mack, capo sommelier del ristorante Per Se di New York, oggi imprenditore del vino con la sua etichetta Maison Noir e a capo di diversi negozi a Brooklyn sotto il nome di &Sons Hospitality Group.

Al giornalista Eric Asimov, sulle colonne de The NewYork Times, ha raccontato che si è trovato dinanzi a clienti di Per Se che gli chiedevano di parlare con il vero sommelier o quella volta che un rivenditore in Colorado lo ha seguito in giro per il negozio, temendo che potesse rubare qualcosa.
 

 

SE ALLA QUESTIONE DEL COLORE DELLA PELLE SI UNISCE QUELLA DI GENERE

Una passione che diventa lavoro estenuante per farsi notare sembra essere il leit motiv di molti racconti di professionisti di colore nel mondo del vino. La situazione si complica ulteriormente se poi questi sono anche donne.

Rendersi visibili è stato più semplice grazie all’uso dei social media e sono sempre di più gli account Instagram e le stanze su Clubhouse che affrontano l’argomento, evidenziando le discriminazioni razziali e di genere. Una di loro è Shakera Jones, un’informatica medica di giorno, blogger appassionata di vino di notte. Il suo spazio web ha un titolo che è tutto un programma: Black Girls Dine Too, dedicato al vino e ai ristoranti.

La blogger nata in Belize dichiara subito il suo intento: “C'è un chiaro vuoto nel mondo culinario quando si tratta di donne di colore. Dagli chef, ai sommelier, ai ristoratori, ai gestori, ai commensali. L'obiettivo di questa pagina è colmare questa lacuna e ricordare a TUTTI che BlackGirlsDineToo!”.

Nel mondo degli influencer black il nome di Tahiirah Habibi è un’istituzione. Fondatrice della community The Hue Society,  la sua fonte di ispirazione è stata un verso di una canzone di Jay-Z dove si parla di miliardari di colore. Il punto che fissa Tahiirah è proprio questo: fare del vino un importante canale di business, in particolare per la compagnie afroamericana interessata al vino.

Infatti lei è anche l’ideatrice di The Black Wine Experience, l’evento che The Hue Society organizza a New Orleans e che mette assieme decine di imprenditori, stakeholder e produttori della comunità nera.

Diverse sono anche le donne all’interno del comitato di Wine Unify, un hub dedicato alla formazione nato nella californiana Napa. Così recita la mission: “lavorare nel settore del vino può aprire molte porte sia finanziariamente che intellettualmente. Sebbene abbiamo fatto molta strada nel corso degli anni per promuovere una professione più etnicamente e razzialmente diversificata, c'è molto lavoro da fare in termini di accoglienza, crescita e amplificazione delle voci delle minoranze sotto-rappresentate”.

Sono realtà che nascono sul web ma hanno una vita offline grazie a tasting e momenti di approfondimento e che puntano a raccogliere donazioni per istituire borse di studio. Ne è un esempio anche The Roots Fund, altra organizzazione che punta a rendere visibili i lavoratori di colore nel mondo del vino. In realtà si rivolge all’intera comunità Bipoc, acronimo che sta per black, indigenous and people of color” (neri, indigeni e persone di colore).

Punta tutto sulla diversità e la sua valorizzazione Assemblage Symposium, un simposio annuale di donne che lavorano nel mondo del vino. Nel testo di presentazione si dice chiaramente che si mira a educare, promuovere e responsabilizzare donne, bipoc e membri della comunità LGbTQQIA  (lesbian, gay, bisexual, transgender, queer, questioning (one's sexual or gender identity), intersex, and asexual/aromantic/agender ).

Infine altro acronimo è quello di BAME (Black, Asian & Minority Ethnic), che è il nome di un portale on-line voluto da una delle penne più influenti del giornalismo enoico mondiale, l’inglese Jancis Robinson. La famosa Master of Wine è scesa anche lei in campo, affiancata da Mags Janjo di Mj Wine Cellars, per scovare talenti all’interno di comunità finora poco prese in considerazione dall’industria del vino.
 

Ti piace imparare qualcosa di più sul mondo del vino?  Ti senti pronto a esplorare di più della scena vinicola locale italiana?  Segui Filippo Bartolotta mentre esplora il mondo di Montalcino, nel cuore della Toscana.   Non potevamo lasciarci sfuggire una serie di degustazioni di Brunello di Montalcino - date un'occhiata.

Non dimenticate di registrarvi ora alla newsletter di Mamablip qui sotto, compilate il modulo oggi!

tagAlt.Black Power in wine drinking and dining 7 tagAlt.Black Power Andre Mack 8 tagAlt.Black Power Wine Leaders Rosé 9

all.sign in to leave a review