Bolgheri e Sassicaia - Segnando la storia della Toscana

Scopriamo cosa rende la regione vinicola di Bolgheri diversa dai suoi vicini. Bolgheri e i suoi vini sono famosi in tutto il mondo per i pregiati vini toscani.

Di Andrea Grignaffini
Mar 12, 2021
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Davanti a San Guido - G. Carducci, 1874

"I cipressi che a Bolgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti,
Mi balzarono incontro e mi guardar."


 

Così inizia l’ode “Davanti a San Guido” del poeta Giosuè Carducci, quattro versi che hanno reso Bolgheri immortale. Al piccolo borgo medievale infatti si giunge attraversando il “Viale dei Cipressi”, la strada lunga quasi cinque chilometri che collega l’oratorio di San Guido, situato lungo la via Aurelia, al paese che domina la collina.


 

LA STORIA MONUMENTALE DI BOLGHERI

Monumento nazionale, ma ancor prima enologico, la storia di Bolgheri e del suo viale sono fittamente intrecciate con quella del pregiato nettare che ha reso celebre nel mondo questo tratto di costa toscana.

Simbolo del Consorzio di tutela nato nel 1995, il viale fu eretto da Guidalberto della Gherardesca agli inizi dell’800, lo stesso che ristrutturò i vigneti del tempo secondo le più aggiornate conoscenze agronomiche e delineò la bozza di quella che sarebbe diventata la mappatura delle aziende vinicole di Bolgheri.


 

VITICOLTURA IN BOLGHERI - PERCHE’ FUNZIONA

Praticata fin dal XII secolo A.C, si può ben dire che la viticoltura abbia qui trovato una zona di elezione. Il territorio che oggi rientra nei confini del Comune di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, è un anfiteatro naturale dal microclima unico.

Il tratto di costa che guarda verso le isole di Capraia, Gorgona e più in là fino alla Corsica, è stretto nell’abbraccio delle Colline Metallifere in un’ideale gradinata verso quel palcoscenico che è il mare.

L’altitudine dei vigneti spazia dai 10 ai 380 mslm, estendendosi dalla pianura fino alle pendici delle colline per lo più ricoperte da boschi, che garantiscono la presenza di un ecosistema ricco e diversificato.

La brezza marina rinfresca costantemente la zona, limitando l’umidità nei vigneti e i rischi di malattia ad essa collegati e permettendo ai vini di acquisire freschezza ed eleganza.

Una terra baciata dal sole, con un indice di radiazione solare particolarmente elevato e piogge che si attestano attorno ai 600 ml annui.

Il vitigno più coltivato è il Cabernet Sauvignon (36%), seguito da Merlot e Cabernet Franc (23%), Petit Verdot (12%) e altri vitigni minoritari, prevalentemente allevati a cordone speronato singolo, o guyot.
 

 

COMPOSIZIONE DEL TERRITORIO DI BOLGHERI

Ad oggi, il Consorzio nato nel 1995 è formato da 60 produttori, la superficie vitata è di 1.370 ettari e la produzione di bottiglie si attesta attorno ai 7 milioni/anno.

Peculiarità di questo luogo è l’incredibile varietà del sottosuolo. A livello geologico la matrice è duplice: in parte marina, a seguito del ritiro del mare, dall’altra alluvionale, costituita dai depositi rilasciati dai corsi d’acqua provenienti dalle colline.

Una grande opera di zonazione è stata condotta dal Professor Attilio Scienza che ha individuato 27 tipi di suolo, spesso contemporaneamente presenti anche su superfici estremamente ridotte. Per quanto sia dunque possibile sintetizzare, si può osservare come in media i terreni siano piuttosto profondi e costituiscano una preziosa riserva idrica nei periodi dell’anno più siccitosi.

Il suolo si compone in prevalenza di sabbia e argilla con presenza di conchiglie fossili, ma anche di ossido di ferro nel caso del terreno sul quale si produce il Sassicaia.


 

I SEGRETI DI SASSICAIA

Questo è il vino che per primo ha reso celebre quella che è l’attuale DOC Bolgheri. Una pagina tanto importante nella storia enologica da essersi guadagnato nel 2013 la denominazione autonoma di Bolgheri Sassicaia DOC.

Capostipite dei “Supertuscans” al tempo in cui il disciplinare del 1983 ammetteva al suo interno solo bianchi e rosati relegando i rossi di Bolgheri alla dicitura di “vini da tavola”, tanto fu lo sconcerto per il fatto che un vino così pregiato non fosse tutelato da una DOC, che all’estero nacque e si diffuse la succitata definizione per ricomprendere tutte quelle eccellenze viticole toscane che non erano protette da alcuna denominazione.

Quel vino prodotto per la prima volta in veste ufficiale nel 1972, vendemmia del 1968, da Mario Incisa della Rocchetta, marito di Clarice della Gherardesca, e dal giovane enologo Giacomo Tachis - già al servizio dei Marchesi Antinori, legati commercialmente e ancor prima per parentela a Della Gherardesca e Incisa della Rocchetta -, colpì profondamente dapprima Gino Veronelli che, nel 1974, ne scrisse in toni entusiastici.

E, a seguito della degustazione alla cieca di Decanter del 1978, dove il Sassicaia superò i migliori tagli bordolesi del mondo, e alla consacrazione dell’annata 1985 con l’assegnazione dei 100 punti di Robert Parker, assunse il ruolo ricoperto tutt’oggi: quello di oggetto di culto dei più raffinati palati mondiali.

 

Abbiamo ancora altro su Bolgheri da farvi vedere - date un'occhiata alla video lezione di Filippo Bartolotta sulle terre del vino di Bolgheri e sul significato delle loro denominazioni.  Un viaggio nelle regioni vinicole costiere della Toscana non è mai stato così allettante!  Scoprite di più su ciò che il Consorzio Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia sta facendo per aiutare i vini di Bolgheri a raggiungere ogni angolo del mondo!

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