Brunello 2017: l'anteprima
Messaggi e telefonate per sapere cosa aspettarsi della nuova annata dopo la strepitosa 2016. Con la dolce e generosa 2015, compresa la sua Riserva, già praticamente sold out con oltre 10 milioni di contrassegni rilasciati; con una ormai classica 2016 già nel mercato con 8,6 milioni di bottiglie già buonissime spesso, ma con un potenziale di invecchiamento fuori dal comune; con le giacenze in cantina in calo del 25% rispetto a 12 mesi fa, il 19 novembre si è inaugurata la 30° edizione di Benvenuto Brunello per far assaggiare la nuova annata 2017!
30° edizione di Benvenuto Brunello
Una novità assoluta non solo per il panorama del vino toscano, che generalmente si sarebbe presentata al mondo intero a Febbraio cassie alle altre DOCG, ma di tutto il comparto Italia. Infatti per la prima volta un vino italiano si presenta prima della suo ufficiale ingresso in commercio a termini di legge che, per il Brunello, è stabilito al 1 gennaio del quinto anno dalla vendemmia, cioè in questo caso il 2022.
Una volata che il Consorzio ha preso a trent’anni dalla sua prima anteprima per consentire agli addetti ai lavori di focalizzare sul più importante marchio del vino italiano. La macchina organizzativa ha funzionato sia dal punto di vista dei contenuti dei convegni che dei momenti ufficiali di degustazione
Eravamo circa 90 giornalisti selezionati, tra italiani ed esteri tutti pronti venerdì alle 09:30 nel Chiostro di Sant’Agostino con il calice in mano! Avevamo a disposizione 119 cantine con centinaia di bottiglie di di Rosso 2019, Brunello Riserva 2015 e di Annata 2017! In tanti, ormai da tanto tempo dicevamo che la ’17 non sarebbe stata una grande annata: troppo calda, i vini saranno alcolici, surmaturi e prepotenti come la 2003! Un impresa faraonica anche per i più esperti degustatori, ma Scaramuzzi Team e Ais hanno consentito a ciascun ospite di assaggiare con i propri tempi. A tratti sembrava di stare in un box di F1 della Ferrari con un cambio calici in tempi record!
“Benvenuto Brunello 2021”: fra novità e confortanti conferme.
Effettivamente è stata molto difficile per via della siccità che ha determinato un raccolta di uva asciuttissima: “abbiamo portato a casa una vendemmia con dei grappoli che pesavano oltre il 30% in meno del normale”, dice Luca Fanti de La Palazzetta durante la prima cena diffusa in alcune cantine in cui ospitavano oltre i giornalisti altri 6/7 produttori presenti con le loro bottiglie. Gli fanno eco Santiago Marone Cinzano di Col d’Orcia e Leonardo Bellaccini, enologo di Campogiovanni, che conferma come la 2017 sia stata asciutta ma senza sfociare nelle sopra maturità della 2003 e soprattutto con un alcol nei parametri classici intorno i 14,5%.
Montalcino è oramai un territorio maturo, una zona dove i produttori sanno controllare gli eccessi dei cambiamenti climatici, proteggendo le loro uve dalle insolazioni, lavorando cercando la mano più leggera possibile senza mirare a vini muscolari e potenti.
Benvenuto Brunello: la degustazione
Non sono qui a nascondere i limiti di questa annata che non si presenta come un’annata per i palati che cercano profondità, persistenza e potenziale di invecchiamento, ma alla fine dell’assaggio di oltre 140 campioni ne sono uscito con un palato fresco e con un ricordo molto netto.
Sono vini giocati in sottrazione, con profumi di frutti rossi, di erbe mediterranee con un profilo strutturale più da maratoneta che da body builder, alcuni tratti tattili un pò rugosi con una percezione alcolica importante, ma anche con una certa sapidità ed un’acidità inaspettata che è stata forse la vera sorpresa. Insomma non saranno campioni di invecchiamento - per questo ci sono i Brunello di Montalcino 2016 Riserva in cui si vedono coniugati potenza ed eleganza - ma vini gastronomici pronti per essere stappati davanti una bella tavola fin da subito. Detto…fatto!