Guida ai vini del Collio, Friuli Venezia Giulia

Tra storia, arte e natura, terra di confine in una regione di confine, il Collio racconta il meglio del Friuli Venezia Giulia. Paesaggi naturali e tradizioni familiari qui separano questa regione vinicola del nord dalle altre. Scopri di più sul Collio

Di Lele Gobbi
Dec 01, 2020
tagAlt.collio, friuli, italia

Collio in italiano, Brda in sloveno, Cuei in friulano

La definizione della tradizione come «consuetudine trasmessa da una generazione alla successiva e quindi somma delle innovazioni che verificate nel tempo si sono rivelate sane e buone» fa con esiguo dubbio riferimento ai prodotti e alle preparazioni enogastronomiche che hanno ricoperto e spesso ricoprono ancora un ruolo importante nella dieta familiare e nelle abitudini alimentari di una popolazione.   Tali realizzazioni in cui la stessa tradizione si mescola con il tipico l’autoctono l’endemico o addirittura l’indigeno riproducono un gioco al tempo stesso suggestivo e fuorviante ma pur sempre fondamentale per comprendere gli usi e costumi attuali.

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Dove si trova il Collio?

In un pittoresco ma autentico quadro del genere dove è immensamente arduo individuare i limiti di tali sinonimi e i punti di vista il Collio celeberrimo territorio sviluppato attorno a Gorizia tra l’Isonzo e il confine sloveno si colloca a meraviglia. Un piccolo scrigno di bellezza incontaminata una cornice florida (senza la presenza di un capannone nel raggio di chilometri e chilo- metri) di una quiete impagabile da visitare per una sola e unica ragione: stare bene. La geografia l’ha posto (così come la sua regione odierna di appartenenza) nella soglia delle tre principali realtà etnico-linguistiche del continente europeo, latina, slava e germanica, le cui diverse identità storico-culturali nei secoli hanno alternato conflitto e dialogo, separazione e armonizzazione.

 

In qualunque modo lo si pronunci, Collio in italiano, Brda in sloveno, Cuei in friulano, «in den Ecken» in tedesco, si tratta assiduamente di amene colline che raggiungono al massimo i 270 metri slm, estendendosi nella zona pedemontana a sud delle Prealpi Giulie, a ovest di Gorizia fino a Cormòns e oltre. 

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Quali sono le caratteristiche geografiche del Collio?

Un fazzoletto di superficie protetto perciò a nord dalle montagne e aperto a sud ai benefici effetti del clima marino che propone terreni posizionati su substrati di flysch (meglio conosciuto come ponca) arenario marnoso di origi- ne eocenica. Lo contraddistingue una forma a mezzaluna di circa 1.500 ettari dall’ondulato incedere, stavolta non troppo fertile, ma altrettanto prestigiosa, disegnata dal tempo e dalla mano dei vignaioli, in un susseguirsi di cro- matiche sfumature verdi, sospese d’incanto tra cielo e terra. Collio, ovvero patria dei bianchi, amatissimi dall’Europa centrale che già nel ’700 viveva il vino come bene di lusso e in esso desiderava trovare il simbolo del paese di provenienza, il sole: il vino bianco dorato, dolce, carico di sensazioni olfattive mediter- ranee lo trasportava, infatti, in quell’ambiente di pura estasi. Già, un paesaggio che descrive il risultato dell’incontro di genti provenienti dalla penisola balcanica, dall’Europa centrale, dal mare e che porta i segni dell’eleganza veneziana da associare al rigore degli Asburgo e al fascino della Belle époque.  

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Quali sono le cantine del Collio?

Dunque la storia di questi luoghi ha forgiato lo spirito dei suoi abitanti, che continuamente hanno affrontato guerre e calamità naturali, restando uniti, definendo i tratti di un’iden- tità locale e regionale oltremodo solida. Così come tre importanti personaggi del vino friulano, accomunati da una bella amicizia e da un profondo senso del dovere: Valneo Livon (Livon), Roberto Felluga (Russiz Superiore) e Loretto Pali (Castello di Spessa). Nel lungo e piacevole discorrere, è interessante notare come la loro cultura contadina abbia assunto le sembianze di una cultura imprenditoriale, senza perdere i vantaggi dell’origine: semplicemente il corretto orgoglio di appartenere a una zona feconda per far crescere le proprie viti e magari le proprie idee.

 

Tre personalità differenti, passionale e accogliente (Valneo), filosofo e innovativo (Roberto), intuitivo e pragmatico (Loretto), che si incrociano nelle sfide a cui sono convocati, è cioè quelle piene di insidie rappresentate dalla globalizzazione dei mercati, dei modelli, dei consumi, dei gusti uniformati dalle regole e dalle formule delle produzioni industriali.   

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Dove Mangiare nel collio?

A noi si è aggiunto, pertanto nella sua tavola, Josko Sirk, energico e colto proprietario del Ristorante La Subida, autentico centro per il turismo verde (via Subida 52, Cormons, Gorizia, www.lasubida.it) nonché sopraffino produttore di aceto ed esperto cacciatore. Un desinare che si è rivelato qualcosa in più di un’ottima degustazione di cibo e vino: una convivialità in cui si sono toccati vari momenti di storia vissuta delle varie famiglie coinvolte, italiane e slovene che fossero, a tratti commoventi a tratti impressionanti, comunque densi di significato per tutti i commensali. A testimoniare, ancora una volta, al cospetto di chi risiede in ogni frontiera, come diceva Mario Soldati, quell’impagabile sensazione di libertà, parziale e passeggera, ma non illusoria, di cambiare o anche solo di poter cambiare.

 

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