La Phylloxera Minaccia il Vino nel Mondo a Fine 1800

Gli anni terribili della fillossera e della peronospora che hanno quasi distrutto l'industria vinicola francese e messo a rischio il resto della produzione mondiale.

Di Nina Bernheim
Apr 06, 2020

Fino alla seconda metà del 1800 il mondo del vino, in particolare quello francese, andava avanti a gonfie vele.  La domanda di vino era in piena espansione, nuovi mercati si stavano formando sia a livello internazionale che nazionale, e il vino aveva recuperato il suo status nella vita quotidiana  dei consumatori di medio livello e di quelli dell'alta società che cominciavano a scoprire lo Champagne, i pregiati vini di Bordeaux e altri vini speciali disponibili a un costo più elevato. Alla fine dell'Ottocento questo scenario subì un brusco arresto e il mondo del vino (almeno quello europeo) fu costretto a grandi trasformazioni.

La fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento videro nascere molte nuove tecnologie: le macchine fotografiche prodotte da Kodak erano disponibili, Alexander Graham Bell mise insieme i primi telefoni, la graffetta fu inventata (dopo un grande numero di documenti rovinati!), le prime auto a prezzi accessibili furono lanciate sul mercato dalle fabbriche statunitensi della Ford. I viaggi diventavano più facili e veloci che mai. Quelli in barca esistevano da sempre, ma il viaggio globale era ancora più allettante grazie allo sviluppo dei piroscafi che tagliavano letteralmente a metà i tempi di viaggio.  In un celebre arresto l'americano Hawley Crippen fu catturato insieme alla sua fidanzata fuggitiva su un nuovo piroscafo dal Regno Unito al Canada dopo che Crippen aveva ucciso sua moglie nel Regno Unito. Tecnologia e scienza sono state a braccetto e al servizio dell'umanità, rendendo la vita più semplice e più giusta.  

È bello pensare che la tecnologia stesse portando solo cambiamenti positivi, ma, purtroppo anche le conseguenze negative non mancarono: lo scambio tra paesi, e la velocità di questi scambi, non sempre è stato foriero di bei tempi a venire.

Per il bene dello sviluppo della viticoltura, la vite nordamericana fu portata in Europa in varie occasioni.  Gli orticoltori creavano nuove viti tramite l'innesto.  Il problema di fondo era che tutta la viticoltura Europea era stata costruita sull'innesto su vitis vinifera, che era il vitigno di base per quasi tutti i paesi europei produttori di vino.  Anche tutti gli innesti e le potature che i monaci e i romani del Medioevo avevano fatto, lavoravano con la vitis vinifera.  In sostanza, il fatto che la vite fosse un prodotto monoculturale con una sfortunata uniformità genetica, con le stesse basi in tutti i paesi produttori di vino, la rendeva particolarmente vulnerabile alla peste e alle malattie.

Il desiderio di creare vitigni più forti, produttivi e con carateristiche specifiche determinò l'importazione di vitigni non autoctoni che divenne un po' la norma, soprattutto in Francia ma alla fine dell'Ottocento, le cantine francesi vicino alla regione della Languedoc iniziarono a vivere uno scenario da incubo: le viti iniziarono a morire, letteralmente appassire.  Era il 1863, e i viticoltori dell' epoca erano assolutamente perplessi su quale fosse il problema.  Questa totale ignoranza era comprensibile, in quanto le viti, una volta estirpate, mostravano i danni alle radici appassite e marce, ma non si vedevano né insetti né muffe.  Il colpevole microscopico era il terribile afide della fillossera, che tuttavia dopo aver succhiato le sostanze nutritive e la linfa dalle radici non restava sulla pianta.  Questo era esattamente lo stesso motivo per cui nel XVI secolo i coloni francesi non scoprirono la fillossera quando le viti che avevano comprato e piantato morirono tutte.  Non vedendo gli afidi fisicamente attaccati alle piante, non capirono che una bestia così piccola era presente e diedero semplicemente per scontato che le viti europee non fossero adatte a crescere sul suolo americano.  

Dopo che la fillossera continuò indisturbata, provocando una devastazione generale dell'industria vinicola francese. Le stime di un periodo di 15 anni indicano che oltre il 40% dei vigneti francesi furono spazzati via, causando danni significativi dal punto di vista economico.  

Ci sarebbero voluti diversi anni prima che la causa fosse compresa, ma a quel punto l'afide si era fatto strada attraverso ampie fasce d'Europa, arrivando fino all'Australia.  Anche la California fu colpita, perché anche i vitigni di vinifera coltivati dai coloni francesi erano impotenti di fronte alla fillossera (i vitigni autoctoni avevano invece sviluppato difese contro la fillossera).
Come si svolge il resto del dramma della fillossera?  Stiamo ancora combattendo questo afide?  L'industria vinicola mondiale è ancora a rischio? Leggi l'articolo "Scienza e Lotta alla Phyllosera a fine 1800"



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