Le Castagne Italiane

Una specialità italiana che si trova in tutto il territorio.

Di Nina Bernheim
Aug 10, 2020
tagAlt.Tuscan Chestnut off the tree Cover

Il castagno ha una storia lunga e ricca nella tradizione italiana, che risale a tempi antichissimi.  Infatti, è citato nella Bibbia e nelle poesie di Omero, mentre i Greci chiamavano i suoi frutti "ghiande di Giove".  

Fortunatamente, in Italia, l'albero è stato diffuso in tutto il paese fin dall'antichità, particolarmente prolifico nella regione appenninica tra i 300 e i 1000 metri di altitudine. Il castagno ha fornito all'uomo nutrimento nel corso della storia, guadagnando particolare apprezzamento dal Medioevo ad oggi.   Gli attuali atti legislativi che riguardano i castagneti regionali dimostrano il ruolo fondamentale che questi alberi svolgono nella società.  Lo Statuto di Gavinana del 1540, ad esempio, permetteva ai proprietari terrieri di raccogliere le castagne entro il mese di novembre. Dopo che i regni più elitari della società avevano avuto il loro raccolto, fu permesso agli indigenti di raccogliere i frutti rimasti. Grazie dunque a questa legge, una detto popolare dice che il riccio contiene tre castagne: una per il proprietario terriero, una per il contadino e una per i poveri. 

Per poter essere consumate, le castagne dovevano prima essere macinate.  Il primo passo verso la macinatura è l'essiccazione delle castagne.  Ogni regione ha creato i propri metodi, così in Toscana l'essiccazione è avvenuta nel "metato", un edificio rurale allestito nella zona di raccolta. In alcune località, il metato veniva eretto proprio per ogni raccolta, mentre in altre zone erano presenti strutture permanenti.  Nell'Appennino pistoiese a nord e in Garfagnana, ad esempio, il metato era tradizionalmente parte integrante della casa di famiglia: sostituiva la cucina ed era un luogo di ritrovo dove la gente rimaneva sveglia fino a tardi per lavorare alla preparazione delle castagne e di altri cibi consumati dalle famiglie.  

Per asciugare correttamente le castagne raccolte venivano costruiti dei canneti.  Costruiti appena sopra le fiamme del focolare principale, i canneti venivano costruiti con assi e/o canne ravvicinate e venivano posizionati in modo strategico affinché le castagne si asciugassero uniformemente sul fuoco.  Giovanni Pascoli, il noto poeta, lo ricorda in una delle sue opere: "metato solitario in cui il dolce pane di legno si asciugava su un dolce fuoco: sopra il canneto le castagne si screpolavano, e il fuoco rosso bruciava nell'oscurità". (Il tronco, dalle Poesie di Castelvecchio). 

Una volta essiccate, le castagne vengono sgranate con una forte battitura.  Questo separava i frutti dai loro gusci, e i risultati della macinazione venivano conservati in sacchi, o contenitori chiamati 'tini'.  Da allora l'intero processo produttivo è stato modernizzato e oggi vengono utilizzate delle macchine.  

 

Guest post di Margherita Azzari Dall'Arsia (Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale) "Antichi mestietri" Copyright Le Baccanti Tours 2004-2007.
 



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