IL PERCORSO CONTINUO DELLA SOSTENIBILITA’ SECONDO ROCCA DELLE MACIE
La sostenibilità è una scelta importante, ma per un’azienda di riferimento è ormai un dovere, diventando spesso un esempio per altre realtà. In questa chiave suona quasi come una tappa obbligata che, tuttavia, Sergio Zingarelli, titolare della cantina toscana Rocca delle Macìe, ha percorso – e percorre ancora - ormai da tempo, senza pensare alla sostenibilità come a un sacrificio dovuto, ma a una pagina importante di un racconto che si evolve.
Questa storia green parte da lontano, agli inizi degli anni ‘90, quando un giovane Sergio inizia il lavoro di imprenditore viticolo accanto al padre Italo. A lui spiega che vuole investire su una una nuova “era viticola”, basata sull’eccellenza delle uve e di conseguenza dei vini. L’approccio al vigneto cambia: non più una visione unica dell’intera estensione, ma un’attenzione alle singole parcelle capaci di trasmettere le peculiarità di un territorio ricco di sfaccettature.
A distanza di quasi 30 anni questa cura è andata crescendo, di pari passo all’aumento del corpo aziendale: oltre 200 ettari di vigneti (105 nell’area del Chianti Classico fra Siena e Firenze, circa 55 in Maremma e i restanti sempre nell’area del Chianti anche se fuori del perimetro del Gallo Nero).
Un'altra azienda nel mondo delle belle tradizioni agricole è il gruppo Podere Forte, che punta a far decollare il suo progetto di pasta. Guarda di più qui, L'azienda bio Podere Forte si lancia sulla Pasta Vitaleta.
LA MIGLIOR LEVA DEL MARKETING E’ LA QUALITA’ DEI PRODOTTI
Rocca delle Macìe non è tra le aziende saltate sul carro della sostenibilità per vendere e vendersi meglio. Il percorso – si diceva – è partito da lontano e ha conosciuto diverse tappe. Con l’obiettivo di avere vini sempre più identitari, i Zingarelli decidono, negli anni 2000, di abbandonare diverse tecniche invasive per l’ambiente, sostituendole con un protocollo interno fatto di buone pratiche agricole.
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Temi quali la razionalizzazione del consumo di acqua, aria e suolo o l’alleggerimento dell’impatto umano sull’ecosistema agricolo, oggi tengono banco su stampa specializzata e generalista, ma vent’anni fa non era affatto così. La tecnologia spesso ha fatto la differenza, grazie a un supporto funzionale e di qualità a metodi sì efficaci ma troppo desueti.
Così il controllo e la manutenzione dei vigneti sono diventati digitali, l’allarme sanitario arriva con un alert sul cellulare, elaborando il segnale delle centraline meteo, i raggi infrarossi servono a decifrare la vigoria dei vigneti. La tecnologia in campo quindi si affianca a pratiche antiche ma rivisitate, come la lotta antagonista con l’introduzione di insetti che contrastano quelli dannosi, la confusione sessuale con feromoni, l’allevamento delle api a bordo vigneto, il recupero delle acque pluviali e delle acque reflue.
CERTIFICARE LE BUONE PRATICHE, IL TERZO PASSAGGIO DI ROCCA DELLE MACIE
Essere sostenibili non basta più, bisogna trovare il modo di certificarlo, non tanto e non solo per comunicarlo all’esterno, quanto per avere uno storico e dati analitici a cui rifarsi per capire come si sta agendo, cioè avere un report aziendale continuamente aggiornato.
Ecco perché la terza fase per Rocca delle Macìe vuol dire seguire un processo di certificazione specifico per il settore vitivinicolo che segue quattro indicatori condivisi dalle normative internazionali: Aria (impronta climatica), Acqua (impronta idrica), Vigneto (impatto delle pratiche di gestione agronomica) e Territorio (impatto socio-economico-culturale).
Altrettanto importante è l’attenzione da porre sull’intero ciclo di vita del prodotto che include anche la distribuzione, il consumo e lo smaltimento. Parliamo sempre di un percorso, che non ha un punto di arrivo, ma che volge a un miglioramento costante e che non può prescindere dalla relazione causa/effetto delle azioni messe in atto dall’azienda.
Se siete già pronti a partire con la vostra selezione di vini di Rocca delle Macìe, in questo caso un bel Sergioveto Chianti Classico, che ne dite di preparare un fantastico piatto di pomodori arrostiti al forno con erbe fresche da abbinare a quel vino?
LA SOSTENIBILITA’ COME RESPONSABILITA’ SOCIALE
Se ne parla sempre più, ma mai ancora abbastanza. Il tema del trattamento dei lavoratori e delle lavoratrici nel settore agricolo è cruciale nella definizione delle buone pratiche di un’azienda anche vitivinicola.
E Rocca delle Macìe non è solo vino. Assicuratevi di saperne di più sui loro pensieri e prospettive anche sui servizi di ospitalità, con Borgo di Fizzano: il bello e il buono del Chianti Classico.
Consapevole di ciò, Rocca delle Macìe ha investito sulla tutela del lavoro in fatto di sicurezza e salute, sulla formazione del personale, su attività di sostegno rivolte a giovani e donne, sulle relazioni con il territorio e suoi abitanti, sull’equo compenso per i produttori della filiera. Prendersi cura delle persone e dei luoghi vuol dire anche valorizzare gli spazi e le ricchezze dei posti dove le aziende lavorano.
Le zone del Chianti Classico e della Maremma hanno tradizioni popolari, beni archeologici, artistici e naturali che la famiglia Zingarelli punta a valorizzare sempre più grazie a iniziative legate al turismo enogastronomico.
Siete pronti a saperne di più sull'azienda vinicola Rocca delle Macìe? Non perdere l'introduzione di Filippo Bartolotta sulla famiglia Zingarelli e la loro passione per la produzione di vino Chianti, Rocca delle Macie: Italian films, families and love for chianti wine.
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