MOVIMENTO VERSO L'INDIPENDENZA ALIMENTARE?
La capacità di sopravvivere in un’area selvaggia imparando a sfruttarne le risorse naturali, con la complicità di ben note pandemie e scenari sempre più apocalittici, conta un crescente numero di adepti in giro per il mondo. Oltre a esercitare il proprio fascino su tutta quella categoria di pubblico che non perde una replica dei programmi di Bear Grylls in televisione, l’utilizzo di queste tecniche assume rilevanza anche nel mondo gastronomico.
Gli alimenti che troviamo oggi in commercio infatti sono il risultato di una manipolazione dell’uomo che, nel tempo, ne ha modificato l’essenza con le finalità più disparate, spesso perdendo di vista, oltre al sapore, i principi nutritivi dell’alimento.
IL CIBO DI OGGI È MOLTO DIVERSO DAL PASSATO
Il risultato è che ci ritroviamo a mangiare prodotti impoveriti, di cui il corrispettivo selvatico costituisce il precursore e rivela i cibi nella loro integrità. Ecco dunque assurgere il cibo selvatico a elemento di interesse centrale per ogni gourmand oltre che indispensabile fonte di nutrimento per ogni survivalista, galassia che al suo interno comprende pianeti simili ma non sempre uguali.
CHE COS’E’ IL FORAGING?
Comune ad ogni branca è il foraging, la pratica di raccogliere il cibo che cresce spontaneo sul territorio, in ambienti il più possibile incontaminati. Il forager impara così a sfruttare la flora selvatica, conoscendo proprietà e caratteristiche di ogni botanica; pratica ormai ben nota agli chef odierni che ne approfittano per stupire il commensale con ingredienti inusuali, come nel caso delle “pigne commestibili” di Terry Giacomello.
CHI SONO I BUSHCRAFTERS?
I bushcrafters si rifanno invece alla vita dei trapper del XIX secolo, uomini dallo stile di vita nomade che si approvvigionavano attraverso la raccolta di vegetali e trappole per la cattura di animali cotti poi mediante tecniche ancestrali.
La più intuitiva è la cottura allo spiedo che, per mezzo di un ramo verde privato della corteccia, consente di infilzare il cibo e cuocerlo in prossimità del fuoco.
Una tecnica più elaborata è poi quella della cottura sotto terra: qui si riscaldano le pietre nella brace e, sfruttando l’intervallo di tempo, si scava una buca piuttosto profonda. Si posiziona uno strato di brace sul fondo della buca, quindi uno di pietre e le pietanze racchiuse in uno spesso cartoccio di foglie verdi; un ultimo strato di pietre e di brace e si copre il tutto con la terra. Un metodo di cottura ideale per la carne, dove la bassa temperatura fa sì che i liquidi vengano trattenuti all’interno e la pietanza si presenti morbida e succosa.
CHI SONO I PREPPERS?
Infine i prepper (dall’inglese to prepare) che si preparano ad affrontare ogni tipo di evento che potrebbe portare al collasso del normale funzionamento della società. Una filosofia di vita che muove dal principio secondo il quale siamo totalmente dipendenti dalle tecnologie e dal progresso, incastrati in un sistema fragile e limitante.
La soluzione adottata dai prepper è il riavvicinamento allo stato naturale, sfruttando al contempo tutte quelle strumentazioni a bassa tecnologia che, senza rinunciare all’indipendenza, permettono di continuare a vivere in modo confortevole. Ad esempio per mezzo di un forno solare che, nella versione più basilare, richiede soltanto cartone e fogli di alluminio per il suo assembramento, si potrà assaporare un delizioso pollo arrosto in poco più di tre ore.
VIVENDO IN SINTONIA CON LA NATURA
Quando poi arriva il momento di assaggiare quel piatto che ci è costato energie, sforzo e ricerca, la soddisfazione è immensa. Perché a ben vedere queste tecniche oltre a essere potenzialmente utili, sono anche estremamente appaganti.
