Tedeschi, o della storia della Valpolicella

La presenza della famiglia Tedeschi in Valpolicella e il suo ruolo enologico storico e contemporaneo.

Di Andrea Grignaffini
Feb 18, 2021
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LA VINIFICAZIONE ITALIANA NELLA STORIA
 

Un'azienda, una famiglia, un legame affettivo prima ancora che imprenditoriale: questo è il tracciato identitario dell'Italia del vino, e lo è ancor di più nella storia che stiamo per raccontarvi, una storia che sulla linea tratteggiata dei registri contabili scandisce lo stesso cognome dal 1630: all'anagrafe, Tedeschi.

Una famiglia che, a dispetto dell'origine, dichiaratamente teutonica, della sua onomastica, s'identifica invece col particolare del vitigno autoctono italiano e, in particolare, veronese, nelle tipiche uve di Corvina, Corvinone Rondinella e Oseleta cui si aggiungono anche Molinara, Refosco, Raboso, Garganega più alcune varietà reliquia come Dindarella, Negrara, Rossignola e Forsellina, declinate qui con squisito senso di appartenenza al proprio territorio.
 

 

LA STORIA DEL VINO TEDESCHI INIZIA 100 ANNI FA

Correva l'anno 1913 quando Riccardo Tedeschi comprò le prime vigne, messe allora a dimora in località Monti Olmi e Fontana. Dovremo aspettare però Lorenzo Tedeschi che, negli anni '60, presagì qualcosa che avrebbe cambiato il corso della storia aziendale: in quel di Monte Olmi egli vide, infatti, un futuro che coinciderà con la prima vinificazione separata e, di conseguenza, con uno dei primissimi Cru della Valpolicella.

Non pago, nel 1964 consoliderà la sua posizione - una sorta di terroirisme ante litteram - con una decisione che sancirà la nascita del territorio: modifica infatti l'etichetta del vino, affinché ci fosse posto ospitare, finalmente, il nome del vigneto, che riporterà in anticipo sui tempi e sicuramente sulla coscienza enologica nazionale tutta.
 

 

LA FAMIGLIA TEDESCHI DI OGGI CONTINUA A DIRIGE L’AZIENDA CON ENORME SUCCESSO

Oggi l'azienda, che vanta quattro secoli di tradizione vitivinicola, è condotta da tutti gli esponenti della famiglia Tedeschi: Sabrina presiede al marketing e all'export, dov'è fiancheggiata dal fratello Riccardo che, però, è anche, e soprattutto, enologo; all'amministrazione e al mercato interno, invece, si trova Antonietta, mentre lo stesso Lorenzo - che di questa storia è appunto il pioniere - vigila sull'intera filiera.
 

 

COME SI PRESENTA LA FILOSOFIA ENOLOGICA TEDESCA CONTEMPORANEA?

Ebbene a chiedere loro quale sia l'identità odierna di Tedeschi, la risposta coincide con un concetto che contempla, in egual misura, esperienza, ovvero cultura materiale e immateriale, e rigore scientifico; quanto alla filosofia agronomica, un po' di questa s'è già detto, ma posto che ci troviamo nel centro di Pedemonte, a pochi chilometri da Verona, nel cuore della Valpolicella Classica, un'altra cosa importante è che le scelte di vigna sono dettate dal monito che, secondo un antico proverbio, la vite avrebbe rivolto al contadino al quale avrebbe detto, semplicemente, "fammi povera che ti farò ricco".

E difatti non è un caso che, qui, si prediligano terreni collinari, più poveri e, pertanto, naturalmente forieri di vini più complessi e più strutturati, capaci però di esprimersi sempre all'insegna di un registro ben preciso: quello dell'eleganza. Oltre a ciò, si sottolinea una consapevolezza, interiorizzata con lo stesso codice genetico di famiglia: ovvero quello di concorrere, tramite il vino, al proprio patrimonio paesaggistico e territoriale.

In questo senso debbono esser lette le recenti ricerche in ambito di zonizzazione e caratterizzazione dei terreni e delle parcelle, nonché gli ingenti investimenti sul moderno fruttaio: una struttura pensata per dare nuova vita al Recioto della Valpolicella, oltre che all’Amarone, declinato in ben due versioni Riserva, La Fabriseria e Capitel Monte Olmi

 

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Per ulteriori informazioni, assicuratevi di controllare la pagina del Consorzio della Valtènesi per sapere cosa sta facendo questa organizzazione per promuovere gli eccellenti vini locali in tutta Italia e nel mondo.

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