Vino bianco italiano - Annate: Quali sono i migliori vini bianchi in Italia?

Per i vini bianchi l'annata 2020 è stata tra le migliori degli ultimi anni. Conoscere le caratteristiche delle annate del vino è fondamentale per apprezzare la bottiglia che si ha scelto. Ecco una piccola guida.

Di Lele Gobbi
May 23, 2022
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Annate - Vino bianco italiano

Quali sono le migliori caratteristiche delle migliori annate per i vini bianchi?

Tra i tanti fattori, naturali o meno, che concorrono alla riuscita di un vino, il più imprevedibile e meno controllabile è certo quello legato all’annata di produzione (millesimo).

 

In ogni caso, chiediamo al vino quello che ci può dare: in un’annata media avremo vini pronti più rapidamente, che apprezzeremo per la bevibilità e la freschezza, nei grandi millesimi cercheremo l’austerità, la complessità, la cosiddetta e “fantomatica” capacità di invecchiamento. Personalmente per i bianchi in generale sceglierei fondamentalmente le annate più fresche e talvolta più estreme (insomma, quelle più bizzarre). 

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Quale è la Differenza tra Annata vino Bianco vs Vino Rosso?

La differenza più evidente tra il vino bianco e il vino rosso è data ovviamente dal colore, dato dalle sostanze di natura fenolica: nel caso dei bianchi, sostanze fenoliche di vario genere non ancora perfettamente identificate, nel caso dei rossi invece i fenoli protagonisti sono gli antociani e i tannini. I rossi seguono nel tempo questa scala cromatica: violaceo, porpora, rubino, granato, aranciato. I bianchi invece: bianco carta, verdolino, giallo paglierino, giallo dorato, ambrato. 

 

Detto questo, normalmente i vini bianchi contengono un maggior grado di acidità e in particolare più acido malico, poiché nella maggioranza dei casi sono apprezzati soprattutto per la loro freschezza, che deve essere in genere superiore a quella dei vini rossi.

 

È importante, poi, sottolineare la vivacità di un vino, la quale indica brillantezza, smalto, freschezza stessa di colore; rimanda a un vino in buona salute, ben conservato, indipendentemente dall’età e dalla tipologia. Vini spenti, di colore piatto e sbiadito, sono vini scorretti e in generale non piacevoli, talvolta con una forza acida troppo bassa. 

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È vero che i bianchi vanno bevuti d’annata?

Innanzitutto, occorre sempre ricordare che all’interno di una stessa annata per i bianchi così come del resto per tutte le altre tipologie, non tutti i vini presentano una qualità in linea con la valutazione ad essa attribuita.

 

L’Italia stessa è talmente estesa da presentare climi talvolta completamente differenti nelle rispettive regioni e ciò permette di comprendere come la stessa annata possa essere ottima per certe zone e addirittura pessima per altre.

 

Premesso questo, in linea di massima vale la seguente regola: nel corso dell’evoluzione dei vini gli aromi si succedono seguendo un ordine che, in qualche modo, rispecchia una gerarchia propria del mondo naturale. E quindi dipende dai gusti di ciascuno: aromi leggeri e freschi di fiori e frutti freschi prima, virando verso i sentori di frutta matura e confettura, in seguito di frutti secchi.

 

Via via che il vino matura possono dominare i profumi vegetali intensi e quelli delle spezie dolci per giungere, nei vini invecchiati, a bouquet dove le note dominanti sono date da profumi speziati, balsamici, di torrefazione, animali, di fiori secchi (rosa appassita, ad esempio), di legno. 

 


In generale questa è la tendenza:

  • Vini bianchi giovani: fiori bianchi e gialli (biancospino, fior di vite, rosa di macchia) e frutti a polpa chiara (pesca, albicocca)
  • Vini bianchi complessi: tiglio, acacia, ginestra, cui si aggiungono i frutti (mandorla fresca, nocciola, pesca matura)
  • Vini bianchi maturi: frutta secca e tostata. 
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Quali sono i vini bianchi italiani da invecchiamento?

I vini bianchi italiani che regalano maggiore acidità e propensione all’invecchiamento, passando dai toni fruttati (spesso e volentieri agrumati) a sfumature singolari ed insolite, senza omettere comunque una base di freschezza sono sparsi per il territorio. Sicuramente buona parte delle DOCG

(Roero Arneis, Gavi, Soave Superiore, Albana di Romagna, Vernaccia di San Gimignano, Castelli di Jesi e Matelica Verdicchio Riserva, Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Vermentino di Gallura) e qualche rinomata DOC (Colli Tortonesi, Lugana, Trebbiano d’Abruzzo, Colli Orientali del Friuli, Etna Bianco).

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Quanti anni può invecchiare un vino bianco?

I sali minerali risultano sicuramente fondamentali per l’invecchiamento un bianco e quindi per la sua evoluzione in bottiglia. Non tutti i vini longevi però presentano una spiccata sapidità/salinità come ad esempio l’insuperabile Trebbiano d’Abruzzo di Valentini

 

Quanti anni si può conservare il vino bianco?

Le variabili (anche per i bianchi) da considerare sono: il vitigno di partenza, la sua vinificazione e il suo affinamento in bottiglia. Ciò significa che esistono vitigni più propensi all’invecchiamento, che il processo di trasformazione del mosto in vino ha può avere un peso determinante nella sua futura conservazione, e che ci sono fondamentali peculiarità riguardanti l’ambiente (cantina) in cui viene fatto “riposare” il vino stesso: protetto dalla luce, dal calore e dall’inquinamento anche acustico, ossia, scuro, umido, fresco e silenzioso. 

 

 

Quanto dura vino bianco in bottiglia?

Generalmente i vini bianchi in Italia vengono bevuti piuttosto giovani (ossia nel primo e nel secondo anno di uscita), è questo tendenzialmente è un po' un peccato. Non esiste una definizione univoca, ma generalmente dal terzo o quarto anno in poi inizia a evolversi perdendo l’iniziale freschezza floreale e di frutto e quindi distanziandosi talvolta dalle caratteristiche di partenza del vitigno.

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Le migliori annate per i bianchi in Italia


Annata 2004

Una delle migliori annate per i vini bianchi italiani caratterizzata da condizioni di ottima escursione termica notturna.

 

Annata 2005

Un’ottima annata soprattutto per le uve bianche delle isole e delle regioni del Sud (Pietramarina - Benanti)


Annata 2007

Annata dall’andamento climatico altalenante, in particolare buona per quanto riguarda i bianchi dell’Abruzzo (Trebbiano - Valentini)

 

Annata 2009

Temperature elevate, ma anche discrete precipitazioni. Ottima vendemmia soprattutto per i bianchi veneti (Soave - Pieropan


Annata 2010

Classica annata a macchia di leopardo, con considerevole eccellenza ma altrettanta mediocrità. Da segnalare la vendemmia per i bianchi dell’Umbria (Cervaro - Castello della Sala)


Annata 2011

Annata difficile e notevolmente calda nell’ultimo periodo. Come spesso accade, nelle vendemmie complicate, buona parte dei bianchi italiani risulta particolarmente intrigante.

 

Annata 2013

Un’annata lievemente più fresca rispetto alle precedenti, ideale per tanti bianchi italiani, Marche soprattutto (Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva - Villa Bucci)

 

Annata 2014

Una delle peggiori annate in termini di qualità e quantità, ma la colloco una tra le migliori di questo secolo per i bianchi, probabilmente perché si sono rivelate azzeccate in tanti casi le scelte in vigna e in cantina.

 

Annata 2017

Un’annata davvero problematica soprattutto l’ingente calo di produzione. I bianchi, ancora una volta, nelle annate più difficoltose, sembrano dare grandi soddisfazioni nel tempo.

 

Annata 2020

È considerata l’annata “pulita”, se non altro segnata da una riduzione radicale dei vari inquinamenti per via del covid 19. Qualità delle uve, anche per bianchi, ottimale, in particolare per quanto riguarda lo spettro aromatico.

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Come scegliere un buon vino bianco grazie all'annata?

A parer mio, anche e soprattutto per i bianchi, vale questo sacrosanto detto: “il vino ha sempre bisogno di tempo”. Non esiste infatti una definizione univoca per quanto riguarda la sua durata, a maggior ragione di quella di un bianco.

 

La componente temporale è una delle condizioni più importanti per capire l’evoluzione di un vino, che, caso strano, viene definito “grande”, nella maggior parte dei casi, proprio quando riesce a mantenere il suo pedigree nel corso degli anni. 

 

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