Franciacorta

Il metodo Franciacorta è frutto dell'arte di creare armonia tra l'antico sapere tramandato nel corso delle generazioni e le evoluzioni tecnologiche

Di Lele Gobbi
Jan 09, 2022
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Franciacorta: iI territorio

La Franciacorta è un territorio situato all’interno della regione Lombardia, nella provincia di Brescia, delimitato a oriente dalle colline moreniche e rocciose, a occidente dal fiume Oglio, a nord dalle sponde del lago d’Iseo e dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche e a sud dalla fascia pianeggiante alluvionale lambita dalla strada che unisce Brescia a Bergamo.

 

Un fazzoletto di terra che invita alla percorrenza (ed anche una sosta prolungata) non solo per i suoi filari di viti e i leggeri declivi, ma anche per i piccoli borghi, i castelli, le abbazie, le torri merlate, le ville patrizie e le riserve naturali.

 

 

L’ambiente è caratterizzato da un clima particolarmente favorevole dove i venti freddi provenienti dalla Val Camonica sono mitigati dagli influssi del lago d’Iseo e dalle piccole alture moreniche, ricche di minerali. 

 

Il nome trae origine da curtes franca, piccole comunità di monaci benedettini, che si insediarono nell’Alto Medioevo (XIII secolo), esentate dal pagamento dei dazi ai signori locali e al vescovo per il trasporto e il commercio delle loro merci in altri Stati o possedimenti. 

 

Questo piccolo territorio, costituito da 19 comuni in provincia di Brescia, a due passi dal lago d’Iseo, rappresenta uno dei casi di successo, insieme agricolo e imprenditoriale più particolari avvenuti all’interno del panorama vinicolo italiano

 

 

Franciacorta: i vitigni

I lavori di zonazione del territorio hanno individuato sei cosiddette “unità vocazionali” aventi suoli differenti per tessitura, fertilità e capacità di drenaggio e diventando, in questo modo, un ottimo strumento sia per le scelte agronomiche (impianto del vigneto) che per quelle enologiche (formazione della cuvée). 

 

 

Il vitigno principe è sicuramente lo Chardonnay, probabilmente introdotto negli anni 50, ma solo negli anni 60 distinto dagli impianti di Pinot Bianco (terzo vitigno della Franciacorta). Il Pinot Nero è, invece, il secondo vitigno per diffusione. Recentemente si è aggiunta una quarta varietà, l’Erbamat, con la volontà di recuperare una maggiore identità territoriale e con la necessità di mitigare gli effetti del cambiamento climatico specie su uve precoci come quelle precedenti. 

 

Franciacorta: Il vino

È un vino con le bollicine, ma la sua etichetta non dice che è uno spumante: c’è scritto Franciacorta e basta. Non è soltanto la prima “bolla” italiana che abbia ottenuto il prestigioso riconoscimento della DOCG, è anche la prima che rifiutando la definizione di spumante pretenda di essere riconosciuto dalla sola denominazione geografica del suo territorio di origine. 

 

Come ha fatto questo vino, inventato negli anni ’60 in una terra senza glorie enologiche ad arrivare al traguardo della DOCG prima delle aziende storiche dello spumante? 

 

 

Esattamente nel 1961 vedono la luce le prime 3000 bottiglie di Metodo Classico locale: l’intuizione viene all’enologo Franco Ziliani (il padre putativo del Franciacorta) che si buttò nella folle impresa insieme ai due soci Giorgio Lanciani e Guido Berlucchi. In una zona che certo non era nota per i suoi vini, nacque quello che oggi, dopo sessant’ anni è unanimemente considerato il metodo classico italiano più celebre e apprezzato.

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Franciacorta: Informazioni sulla zona geografica

La chiave di questa straordinaria riuscita sta dunque nel connubio tra la vocazione viticola del territorio associata ad una mentalità imprenditoriale moderna, portata proprio nelle vigne e in cantina. 

 

Grazie quindi alla loro cultura d’impresa, i produttori sono stati loro stessi a rendersi conto che la viticoltura può essere economicamente redditizia solo se ne scaturiscono vini di grande qualità e di elevato valore aggiunto. 

 

Sulle colline della Franciacorta, infatti, la coltivazione della vite ha origini remote, come testimoniano i rinvenimenti di vinaccioli di epoca preistorica e gli scritti di autori classici quali Plinio, Columella e Virgilio. La coltivazione della vite è stata una costante della Franciacorta, dove, dall’epoca romana al periodo tardo-antico fino al pieno medioevo, si sono creati vigneti anche grazie alle favorevoli condizioni climatiche e pedologiche.

Con alti e bassi, la viticoltura in queste terre non si è mai interrotta.
 

Le “regole”, le tipologie e le tecniche di produzione del Franciacorta

Il disciplinare di produzione è oggi molto ferreo e unico all’interno del mondo del metodo classico, tanto che da queste parti si preferisce parlare di “metodo Franciacorta”.

 

In effetti, i Franciacortini si sono preoccupati di proporlo in una gamma di versione inizialmente più ampia del solito: non soltanto i tradizionali Brut ed Extra Brut, ma anche il Rosé (per migliorare il colore hanno voluto una deroga alla norma che vieta di mescolare vini rossi e bianchi), poi il millesimato, la Cuvée speciale, la Riserva, ed ancora l’Extra Dry, il Sec o Dry, il Demi-sec. La mossa più lungimirante è stata però quella di puntare sin dall’inizio su due tipologie poco praticate dai produttori storici: il Dosaggio Zero e il Satén.

 

Il primo, secchissimo senza tracce di residui zuccherini, ha indovinato e percorso un orientamento di un gusto collettivo, ancora oggi sulla cresta dell’onda. Il secondo invece, dotato di una minor pressione di anidride carbonica, è andato incontro alle esigenze di chi reputa eccessiva la quantità di bollicine dello spumante tradizionale e continua ad avere un suo séguito. In più viene posto con un nome che è efficacissimo, di grande suggestione, che possono utilizzare soltanto gli aderenti all’intraprendente Consorzio di tutela dei vini di Franciacorta, che lo hanno registrato come marchio.

 

Franciacorta: tipologie di sapore

Le diverse tipologie di Franciacorta sono caratterizzate da differenti dosaggi di liqueur aggiunti dopo la sboccatura e sono quindi dotate di originali e spiccate personalità:

 

  • Non Dosato (zucchero fino a 3 g/l, residuo naturale del vino) - è il più secco della gamma dei Franciacorta;
  • Extra Brut (zucchero fino a 6 g/l) - molto secco;
  • Brut (zucchero inferiore a 12 g/l) - secco ma un po' più morbido rispetto all'Extra Brut, è sicuramente la tipologia di Franciacorta più versatile;
  • Extra Dry (zucchero 12-17 g/l) - morbido, con un dosaggio leggermente maggiore rispetto al classico Brut, è indicato per una grande varietà di cibi;
  • Sec o Dry (zucchero 17-32 g/l) - meno secco e leggermente abboccato;
  • Demi-Sec (zucchero 33-50 g/l) - sapore abboccato dovuto al dosaggio zuccherino piuttosto elevato, si abbina bene con i dolci.
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Franciacorta: il metodo classico

La cosa da sottolineare innanzitutto è che la vinificazione avviene in due fasi precise: prima si fa il vino fermo, la base, poi lo si spumantizza. Quando i vini sono “pronti”, si aggiungono lieviti selezionati e saccarosio. Poi si imbottiglia con i tappi a corona, perché abbia inizio la presa di spuma. I lieviti mangiano il saccarosio e lo trasformano in alcol etilico e anidride carbonica che, non potendo evaporare, resta nel vino. Finito il processo, i lieviti muoiono e precipitano su un lato della bottiglia sotto forma di un deposito farinoso e scuro.

 

 

Occorre perciò lasciare il tempo all’anidride carbonica di sciogliersi finemente, in modo da avere in seguito un perlage fine e persistente e solo successivamente si dovrà eliminare il deposito. Inizia allora un nuovo trattamento, detto rémuage o scuotimento, dove le bottiglie vengono ruotate a mano, con regolarità, per far scivolare via i lieviti dalle pareti. Poi con i depositi che aderiscono al tappo, il collo delle bottiglie viene immerso in una salamoia a -20°, in modo da far ghiacciare una piccola quantità di spumante, proprio quella che contiene i depositi.

 

A questo punto le bottiglie vengono girate e stappate (dégorgement o sboccatura) e lo spumante resta perfettamente limpido. L’ultima operazione è quella di rimpiazzare lo spumante perduto (vedi “Tipologie di sapore”). Si termina con la tappatura attraverso il classico tappo a fungo e con l’inserimento della gabbietta di alluminio. 

 

Franciacorta: i produttori

Guido Berlucchi, Ca’del Bosco, Bellavista, Barone Pizzini, Mosnel, Cavalleri, Uberti, Castello Bonomi, Villa, Majolini, Ferghettina, Quadra, Monterossa, Enrico Gatti, Andrea Arici: ecco 15 significativi produttori di Franciacorta che continuano a credere in questo minuscolo grande territorio, esibendo ogni annata considerevoli prodotti. 

 

Franciacorta 3 ristoranti del territorio

 

Franciacorta: 3 piatti della cucina territoriale in abbinamento

  • Casoncelli alla bresciana
  • Tinca al forno
  • Manzo all’olio
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