Scopri l'eccellenza dei vini della Calabria con la Cantina Librandi
Quali sono le caratteristiche della Calabria?
Nel contemplare il territorio calabrese bastano pochi minuti per rimanere sorpresi dalla serie di rilievi male accordati tra di loro e dalla pressoché assenza di zone pianeggianti. Una regione eminentemente montuosa con una propria individualità geologica e morfologica, dove tali sporgenze sono contraddistinte da dorsali addolcite o da spianate; e in basso da valli, spesso aspre, in fondo alle quali si allargano i letti coperti da detriti dei rovinosi torrenti (fiumare).
Un affascinante lembo di terra tra lo Ionio e il Tirreno, esuberante caleidoscopio di tradizioni, paesaggi ed emozioni in cui l’arte e la cultura scrivono alcune delle pagine più ricche della storia del Mediterraneo. Già, un litorale dove tutto è possibile, dove i venti freddi della Sila si mescolano allo Scirocco caldo cirotano, ma dove soprattutto le differenze naturali e sociali rimangono sminuite o, al limite, non curate opportunamente.
Per cosa è famosa la Calabria?
L’agricoltura trova ostacoli nella natura montuosa del terreno, malgrado le notevoli opere di bonifica e di sistemazione montana; viceversa segnala apprezzabili risultati nelle zone costiere e in quelle semipianeggianti, per lo più con colture specializzate. Terra di agrumi (esclusivi i suoi bergamotti), di ulivi, di cereali (grano, segale), di ortaggi, castagni, fichi e naturalmente della vite, essendo il serbatoio di germoplasma viticolo più importante d’Italia.
Qual è l'origine della Calabria?
L’origine di quest’ultima è antichissima, anche perché sono stati gli stessi Greci, approdati nel VII secolo a.C. a nominarla Enotria (Oinotròi), avvertendo le sue spiccate caratteristiche di fertilità.
Quali sono le aziende vinicole in calabria?
- Statti
- Azienda Agricola Fratelli Davoli
- Senatore Vini
- Cantina Librandi
Qual è il vitigno più importante in calabria?
Il vitigno più propagato, pur con molteplici e variegati sinonimi, è il Gaglioppo, ed è a tal proposito che ci conquista la determinazione con cui la famiglia Librandi resta fedele allo stile tradizionale, pacato, serio e motivato, di tale varietà.
Scopri la Cantina Librandi
Il compianto Antonio e suo fratello Nicodemo hanno creato, senza il minimo dubbio, il perno centrale della galassia vinicola regionale su cui ruotano tutti gli altri pianeti cooperativi, consortili o di piccoli artigiani. E hanno reso celebre e significante la loro cantina su queste chiavi di volta: disciplina nella gestione dei vigneti; encomiabile senso di appartenenza al territorio; vibrante credibilità delle svariate etichette. Oggi, i loro figli Raffaele, Paolo, Francesco e Teresa proseguono l’attività genitoriale con estrema umilità e senso del dovere, consapevoli di aver intrapreso apprezzabili esperienze di vita e di studio fuori dai confini regionali.
Da dove arriva il successo di Librandi?
Quello di Librandi è un successo meritato, ma non certo semplice o tantomeno annunciato, frutto di un lavoro estenuante e di notevoli investimenti nella ricerca e nell’innovazione produttiva. Le tappe fondamentali di analisi e sperimentazione sono iniziate con il prof. Attilio Scienza per poi proseguire con il prezioso ausilio della dott.ssa Maria Stella Grando (IASMA), del dott. Donato Lanati (Enosis Meraviglia di Fubine), della dott.ssa Anna Schneider e del dott. Franco Mannini (Istituto di Virologia CNR Torino).
Dove si trova la Cantina Librandi?
Ed è proprio nella spettacolare Tenuta di Rosaneti (acquistata nel 1997), non a caso teatro principale del siffatto studio, che siamo rimasti stregati dall’impressionante biodiversità aziendale. Situata tra i comuni di Rocca di Neto e Casabona, essa rappresenta attualmente il fiore all’occhiello dell’intera produzione viticola. Un eccezionale colpo d’occhio di vigneti e ulivi secolari (rispettivamente 155 ha e 80 ha), di orti e frutteti, di macchie di querce e nodosi carrubi. E poi ancora di laghetti, pascoli e scoscesi dirupi…
Un’oasi reale, dove ogni cosa sembra combinarsi e confondersi nell’altra in un arcobaleno di luci e colori, in un miscuglio cromatico acceso e differente. Insomma, una Calabria in miniatura dove tutti gli elementi sono legati stavolta in maniera impeccabile ma, di nuovo e indissolubilmente, dalla brezza intensa dei mari che non trascende mai.