La colomba pasquale: Il dolce della Pasqua italiana e simbolo della pace
Perché la colomba pasquale è segno di pace?
La colomba è da sempre simbolo di pace e c’è una gran voglia di crederci e di portarla in tavola per poter dire “vogliamo tempi migliori” Strana idea rimane quella di dare a un prodotto di pasticceria la forma di un volatile, ma il motivo sta proprio nella volontà di richiamare un simbolo positivo.
Come espressione della volontà divina, è pure citata in alcuni passi della Bibbia. Nella Genesi (8,11), è una colomba a portare a Noè il rametto d'ulivo che annuncia la fine del diluvio universale e l'inizio della salvezza e di una nuova era di pace tra Dio e gli uomini.
Le leggende di pace legate alla colomba pasquale
Non sono suffragate da dati storici effettivi, ma diverse leggende fanno risalire la colomba pasquale alla dominazione longobarda in Italia. Parliamo dunque del VI secolo d.C quando il re longobardo Alboino, durante l’assedio di Pavia, si vide offrire, in segno di pace, un pan dolce a forma di colomba.
Altra protagonista di quegli anni fu la regina Teodolinda rimasta stupefatta dinanzi al “miracolo” dell’abate irlandese san Colombano che, benedicendo della selvaggina offertagli durante un pranzo a corte, trasformò le pietanza in colombe di pane dal colore bianco, come la tunica dei monaci che lo seguivano. Di certo c’è che da allora il santo è sempre raffigurato con una colomba alle sue spalle.
Dove è stata inventata la colomba?
L’idea che un dolce richiami la pace ci piace e lasciamo pure che le leggende si connotino di verità, ma la colomba che conosciamo oggi ha origini ben più recenti. Fu infatti il pasticcere Angelo Motta che nei primi anni ’30 del secolo scorso decise di riprendere una vecchia ricetta per ideare il dolce italiano da consumarsi in occasione della festività Pasquale.
Venne spedito un campione di prodotto a famosi scrittori e giornalisti del tempo con una lettera personale di Motta chiedendo il loro parere sul dolce per effettuare una campagna di sensibilizzazione dei consumatori all’acquisto.
Evoluzione della colomba
La colomba piacque ed ebbe subito un successo incredibile. Scriveva Ernesto Bertrarelli : “La Colomba è una tradizione che risale a Noè, più semplice e meno cruenta dell’agnello. E’ la dolce colomba della pace e della primavera”. Erano gli anni in cui Motta si era già affermato con i panettoni e fu proprio sfruttando gli stessi macchinari e la stessa pasta che l’imprenditore milanese diede vita a un dolce simile al panettone, ma destinato non al Natale ma alla Pasqua."
Dal 1944 sarà Angelo Vergani, altro pasticciere milanese, a far conoscere la colomba su scala industriale in tutta Italia e ben oltre i nostri confini.
Come è fatta la Colomba?
La ricetta classica prevede un impasto base fatto con farina, burro, uova, zucchero, lievito, buccia d’arancia candita e una glassatura alle mandorle. Le varianti poi non si contano, sia nella farcitura che nel topping, esattamente come è avvenuto negli anni con il panettone.
Quale è la ricetta per la colomba pasquale?
Una ricetta apparentemente semplice ma di non facile elaborazione. Alla base infatti ci sono tre lievitazioni: per un primo impasto occorrono farina, acqua, latte e lievito e servono un paio di ore di lievitazione; al secondo impasto si aggiungono farina, zucchero e burro e qui tocca aspettare un altro paio di ore; arrivati al terzo impasto gli ingredienti si fanno più numerosi: ancora farina, burro, uova, zucchero, sale, vaniglia e arance candite, da aggiungere al precedente impasto e da lasciar lievitare almeno per 16 ore.
Dopodiché l'impasto si sistema nello stampo a forma di colomba. Si copre tutto con la glassa preparata con farina e amido di mais, albume, zucchero di canna, mandorle e (a volte) nocciole. La guarnizione finale si fa con altre mandorle e granella di zucchero e infine lo stampo va in forno.
La versione artigianale prevede l’uso del lievito madre al 100% e almeno 24 ore di maturazione dell’impasto, consigliabile cercare colombe da 48 ore. Il momento clou è il distacco della pirottina dal dolce, se questo avviene in modo semplice, significa che la colomba è ben lievitata.
Colomba pasquale, come riconoscere quella più buona
Si può sceglierne una tra centinaia e tra queste ci sono quelle artigianali, industriali o quelle e metà tra le due lavorazioni. Essendo in gran parte confezionate è difficile sapere prima dell’acquisto se abbiamo fatto la scelta giusta, ma una volta aperta un po’ di indicazioni ci aiutano a capire se i nostri soldi sono stati ben spesi.
Innanzitutto il profumo, l’odore deve essere delicato e richiamare i sentori della pasticceria - uova, burro, vaniglia - e dell’agrumato dell’arancia candita. La pasta deve essere soffice ed elastica e non secca, ben idratata. L’alveolatura è presente ma non deve essere né numerosa né grande. Quella giusta della colomba deve essere con alveoli oblunghi e non circolari. C’è poi la prova dello strappo che vuoi dire tirare via un pezzo con le mani: se questo “fila” ovvero si sfoglia il prodotto è buono. In bocca poi deve essere un tripudio di dolcezza ma anche di morbidezza, nonché avere una nota di freschezza grazie agli agrumi.
Quali sono le migliori colombe pasquali?
Nato come dolce semplice, anche la colomba di Pasqua è diventata terreno di prova per la creatività dei laboratori di pasticceria. Rimangono essenzialmente due le filosofie contrapposte: chi preferisce il minimalismo e chi l’opulenza. Nel primo caso sceglieremo la colomba tradizionale dal profumo e dal gusto di burro, uova, vaniglia e agrumi canditi con un netto sapore di mandorla dato dalla glassa. Più variegato è il mondo delle colombe farcite o dall’impasto con ingredienti extra.
Troviamo quella al cioccolato - bianco, fondente e al latte - alla crema, ai frutti di bosco, alla creme di frutta, con farine integrali, oppure liquorose con liquori nell’impasto o nelle farce. Possono cambiare anche le glasse e anche qui ci si può sbizzarrire un mondo, rendendo il dolce più colorato
3 colombe artigianali da comprare per Pasqua
l’azienda vicentina ha diversi assi..ops.. colombe nella manica. Ce n’è davvero una per ogni gusto. Noi scegliamo quella all’arancio e cioccolato fondente, dove la freschezza della frutta siciliana candita si mixa alla perfezione con l’avvolgenza del cioccolato varietà Criollo.
dalla pasticceria che ha portato la colomba pasquale nel mondo arriva il dolce che piace ai vegani. L’impasto, preparato con farina bianca, farina di riso, burro di cacao e olio extravergine di oliva, è arricchito da scorze di arance siciliane e da una fragrante glassatura alle mandorle.
non potevano inserire nel trittico anche la ricetta più tradizionale e tra le tante abbiamo scelto quella avellinese della Pasticceria Vignola, con arance candite, glassa di mandorle e nocciole. Di un bel giallo carico la pasta e dal buon profumo di vaniglia bourbon del Madagascar. L’arancia è sia candita che a zest.
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