Val Curone: un territorio tutto da scoprire tra il fiume Po, l’Appennino Ligure e le Alpi

La Val Curone è una piccola vallata appenninica posta in provincia di Alessandria sul confine tra Piemonte e Lombardia, ove scorre il torrente omonimo.

Di Lele Gobbi
Jan 03, 2022
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La Val Curone: Dov'è e cos’è?

La provincia di Alessandria si estende nella zona sud-orientale del Piemonte, tra il fiume Po e l’Appennino Ligure e confina con il lombardo Oltrepò Pavese, con l’emiliana Alta Valle del Trebbia e con la Liguria.

 

Al suo interno troviamo la Val Curone, un territorio incontaminato posto nell’estrema propaggine meridionale della suddetta provincia a metà strada tra Milano e Genova, incuneato tra Lombardia, Emilia-Romagna e Liguria e che ospita parecchie delle antiche “Vie del sale” utilizzate da sempre per i commerci tra Mar Ligure e la Pianura Padana.

 

 

San Sebastiano Curone è forse la sua località più caratteristica, ricca di storia e arte, nata come rilevante centro di commercio tra il XIV e il XV secolo.

 

 

Val Curone: quando il cibo racconta un territorio

Qui, la cucina e la cultura gastronomica sono fortemente legate al Piemonte, ma intessute di stimolanti contaminazioni d’oltreconfine. Monti, boschi, prati e vigneti si alternano in queste vallate che mescolano paesaggi e sapori: un angolo di Piemonte mai uniforme, eppure mai aspro che suggerisce l’idea di una varietà di occasioni e realtà naturali.

 

 

Soffermiamoci allora sulla parte appenninica per cogliere le sfumature gustose di questo territorio e quindi in particolare andiamo a descrivere le varie materie prime e trasformazioni: 

  • Timorasso e Barbera per quanto riguarda i vini
  • Salame Nobile del Giarolo per ciò che concerne i salumi
  • Montebore per ciò che compete ai formaggi 
  • Pregiati Tartufi Bianchi e Neri per ciò che attiene ai frutti della terra
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Quale periodo migliore per fare una visita in Val Curone?

Quando lo spettacolo ambientale dai colori morbidi, dai mille toni sfumati dei verdi e dei marroni introduce le foschie autunnali e poi lascia il posto al candido bianco della copiosa neve invernale.

 

Barbera e Timorasso: due perle viticole ed enologiche

 

Il Barbera è sicuramente uno dei vitigni a bacca scura più coltivati in Italia. Nel Piemonte trova la sua terra d’elezione ma è interessante notare che rappresenta uno dei vitigni italiani più esportati all’estero, soprattutto in Argentina e California. Anche nella DOC Colli Tortonesi mostra molto bene le sue proverbiali caratteristiche di ricchezza di profumi (frutta rossa, sottobosco, spezie) ed eleganza palatale.

 

Asciutta, sapida e robusta, non molto tannica, ma con una nota acidula piuttosto rilevata da giovane, la Barbera diventa ancora più armonica e complessa con l’età. 

 

Il Timorasso si presenta invece come vitigno antico, storicamente presente in grande abbondanza (prima della strage della filossera) nella zona collinare al confine tra Sud Piemonte e Sud Lombardia.

 

Un’uva comunque difficile da allevare, poiché, tra le tante avversità, è soggetta ad aborto floreale. Dopo un lungo periodo di “silenzio”, sia produttivo che mediatico, essa sta vivendo da alcuni anni un vero e proprio rinascimento grazie all’opera di alcuni viticoltori tortonesi (Walter Massa ne è stato, in maniera indiscussa, il pioniere).

 

Il Timorasso dà origine a un piacevolissimo bianco con caratteristici sentori di mandorla, nocciola e richiami di pietra focaia che sfidano con ottime prospettive (come del resto la Barbera) il tempo. 

 

Paolo Ghislandi nella sua cantina I Carpini interpreta magistralmente entrambe le varietà con un approccio che lui stesso definisce “olistico”, dove i trattamenti con il rame, ai suoi vigneti biologici, sono sostituiti da una nebulizzazione controllata di olio essenziale di arancia. Questi i suoi dogmi: equilibrio tra le specie, il bosco che circonda le vigne, le vendemmie tardive, la macerazione spinta sulle bucce, l’invecchiamento dei vini. 

 

3 vini da consigliare della cantina I Carpini:

  • timox Colli Tortonesi DOC Timorasso 
  • brezza d’estate Colli Tortonesi DOC Timorasso Riserva
  • bruma d’autunno Colli Tortonesi DOC Barbera Superiore
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Salame Nobile del Giarolo: quando la stagionatura premia!

L’allevamento dei maiali è parte integrante della cultura contadina delle valli alessandrine Curone, Grue, Ossona, Borbera e Spinti tutte a ridosso del Monte Giarolo. “Il Nobile”, rappresenta un’eccellenza della norcineria italiana, poiché prodotto esclusivamente con le parti nobile del suino (principalmente di razza Duroc): i tagli magri utilizzati sono la coscia, la coppa, il culatello, la spalla, la lonza, il filetto; mentre quelli grassi sono ricavati dalla pancetta e dalla gola. Fabio Zanotti, al tempo stesso artigiano e artista, nella sua azienda La Nuova Valle, modella, tra i vari salumi, il “Cucito”, cioè la massima espressione del Salame Nobile di Giarolo.

 

L’insaccatura in doppio budello naturale accoppiato e cucito a mano, gli permette quindi una lunghissima stagionatura che supera tranquillamente i 5 anni, tra aromi e morbidezze senza pari.

 

 

Montebore: la salvaguardia delle tradizioni contadine

Una deliziosa formaggetta di latte vaccino e ovino che vanta una storia antichissima, con tracce nel corso del XII secolo e forse addirittura anche prima. Al naso si percepisce il profumo di timo e qualche spezia; in bocca è tendenzialmente latteo e burroso, mentre nel finale si sente la castagna accompagnata da sfumature erbacee.

A tavola è ideale consumato crudo con miele e marmellate, mentre in cucina si esprime al meglio come fonduta per gnocchi e nei risotti, abbinandosi perfettamente sia con la Barbera che con il Timorasso. 

 

Tartufo bianco e nero: altra specialita’ del territorio

Terre anche di Tartufo Bianco (Tuber Magnatum) così come di Tartufo Nero (Tuber Melanosporum e Aestivum), situati tra querce, noccioli, castagni, pioppi e faggi e in terreni ricchi di calcio. Perfetti entrambi su tagliolini, tartare, fonduta di formaggio e uova in tegamino.

 

Sempre crudi e mai cotti, vanno sempre lamellati al tavolo direttamente sulle pietanze. 

 

 

Dove andare quindi a gustare tutte queste specialità?

I ristoranti Corona e L’Erica di Roberto sono due tappe gastronomiche fondamentali per l’accurata selezione delle materie prime. Il primo è un’autentica istituzione: il suo locale d’epoca è semplicemente bellissimo, così come straordinari risultano i piatti tradizionali.

Di stile moderno, invece, il secondo, dove domina il pesce della vicina Liguria, oltre naturalmente alle eccellenze locali descritte in precedenza. 

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