Il sughero è sostenibile?

I tappi di sughero hanno un ruolo fondamentale nella creazione del vino. Guardiamo come il sughero è stato trasformato in un elemento funzionale, sostenibile e di uso comune.

Di Francesca Ciancio
Sep 16, 2021
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LA MAGIA DELLE SUGHERETE


Sono foreste mediterranee che fanno dell'ombra ma anche della luce i due elementi di colore e profondità, mai troppo assolate, mai troppo oscure. La Quercus suber L. è una quercia sempreverde.

Spontanea in un vasto territorio che ha l'epicentro nel distretto centro-occidentale del Mediterraneo, ed è presente in Italia in un area relativamente ristretto comprendente la Sardegna, la Sicilia, la Calabria, il Lazio e la Toscana.

Vive a lungo, anche diversi secoli, può raggiungere i venti metri di altezza e ha un fusto contorto con una corteccia dapprima liscia e poi profondamente fessurata e spessa.

Il sughero di prima formazione, detto "sugherone" o "sughero maschio", si estrae quando la pianta ha raggiunto i 60 cm di diametro; il sughero di seconda formazione, chiamato "sughero gentile" o “sughero femmina” - che è quello migliore per i tappi - si estrae periodicamente ogni 9-10 anni, ma per il primo taglio c'è comunque da aspettare tre decadi.

Uno dei primi creatori di vino ad usare i tappi di sughero potrebbe essere una sorpresa:  Dom Pérignon ha aperto la strada.  Guarda come, Dom Pérignon's Real Life Contributions.

La decortica, che va da maggio a fine agosto, viene fatta quando la pianta è in succhio, ovvero quando la corteccia è facilmente staccabile, facendo molta attenzione a non danneggiare il fellogeno, un sottile anello che origina nella corteccia primaria e che poi consente la ricrescita della parte esterna.

Quante decortiche può tollerare una sughera? Mediamente una quindicina, dopodiché l'albero può considerarsi esausto (ma già così arriviamo a un secolo e mezzo di vita!).

Assistere alla raccolta del sughero in campo è un'esperienza visiva incredibile, perché gli alberi appaiono come "spogliati" e la sughera rimane a vista con il suo tronco liscio e rosso che rivela il recente taglio.

In Sardegna, in particolare nel Gallurese, zona Calangianus, questa magia si arricchisce della possenza dei massi granitici che spuntano tra le fustaie come opere d'arte preistoriche.

È qui che siamo stati grazie alla campagna internazionale di promozione del sughero, sostenuta e finanziata da APCOR (Associazione Portoghese del Sughero) e, per l’Italia, da ASSOIMBALLAGGI Federlegno/Arredo ed è da qui che partiamo per raccontarvi cosa abbiamo capito del sughero.

Mentre parliamo di vini, che dire delle donne che lavorano in questo campo?  Leggi di più su come le donne stanno cambiando le sfaccettature di un mondo classicamente maschile, Donne nel mondo del vino: possiamo parlare di reale inclusività?
 

 

 

UN MATERIALE COSI’ ANTICO E COSI’ MODERNO

Usato già da egiziani e babilonesi, il sughero ha una storia di migliaia di anni che lo ha visto contenitore di cibi e bevande, materiale isolante - in Sardegna è stato trovato in diversi nuraghi - e decorativo.

Questo strato più esterno della corteccia aumenta in volume in maniera molto simile all’accrescimento degli anelli nel tronco. Conosce una continua rigenerazione grazie al lavoro dei "bucadori", operai specializzati che tramandano l'esperienza da padre in figlio e che muniti di un'ascia fanno segni precisi per staccare le plance.

La qualità la riconoscono ad occhio e anche al naso perché l'odore delle plance deve essere delicato e un po’ lattico, con una certo richiamo al sentore delle pale di fico.

È probabilmente il lavoro agricolo meglio retribuito, con paghe giornaliere che arrivano anche a 150 euro ed è una voce importante per il tessuto sociale di queste comunità.

Inoltre la preservazione delle sugherete rappresenta una lotta naturale contro la desertificazione delle aree mediterranee.

Cosa si sposa bene con una bottiglia di vino conservata in anticipo?  Che ne dite di un po' di carboidrati?  Guarda le vaste selezioni italiane di questo particolare elemento, L'Italia del pane: focacce; pizza; piadine… Una varietà incredibile.
 

 

DOPO LA RACCOLTA SI INIZIA LA LAVORAZIONE

Le plance devono "riposare" sei mesi prima di essere trattate, una sorta di stagionatura all'aperto, dopodiché vengono fatte bollire per essere rese più elastiche e piatte.

Qui compare un altro "naso" e selezionatore che ha il compito di annusare e testare le plance migliori - alcuni difetti del materiale sono identificabili già in questa fase - e che verranno poi tagliate in strisce che, perforate lateralmente, daranno i tappi cilindrici di sughero naturale, mentre i residui trasformati in granulato verranno utilizzati nella preparazione dei tappi di sughero agglomerato.

I tappi passano poi alla fase della rettifica e della selezione, quest’ultima necessaria per definire le diverse qualità estetiche ed eliminare le difettosità.

Successivamente vengono lavati e infine marchiati con inchiostri alimentari o a fuoco. Una volta che la produzione è compiuta sono confezionati in buste di plastica con SO2 (anidride solforosa), un gas che li protegge dalla proliferazione microbica.

Alcuni sugherifici di qualità si sono dotati anche di "nasi umani", di solito donne che, preventivamente formate, hanno il compito di riconoscere i difetti del tappo, dal classico TCA o odore di tappo ad altri odori sgradevoli come quello di fungo o di muffa.

Un altro abbinamento molto amato con i vini finemente conservati e i loro tappi che giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento del vino è il formaggio.  L'Italia ha un mondo di selezione, a partire dai produttori artigianali come Andrea Magi.  Per saperne di più, L’amore per il formaggio di Andrea Magi non conosce limiti.
 

 

IL SUGHERO, UN MATERIALE NATURALMENTE SOSTENIBILE

Le foreste di sughero sono uno dei pochi esempi di una silvicoltura totalmente sostenibile: per ciascuna tonnellata di sughero estratto può essere catturata, nella foresta, una quantità di carbonio equivalente a 73 tonnellate di CO2 dell’atmosfera.

Inoltre sono uno dei 36 hotspot mondiali di biodiversità, perché costituiscono l’habitat naturale di moltissime specie animali e vegetali.

Ovviamente in questo quadro è fondamentale lo studio di variabili quali la produttività, l’indice di crescita del sughero e l’intervallo di decortica, tutti passaggi garantiti da marchi di qualità come Corkmark e o FSC®.

La sostenibilità non si applica solo ai materiali - possiamo usare sostenibile quando si parla di cibo e di un prodotto finito pronto da mangiare.  Vedi cosa abbiamo in mente, Oltre l’artigianale: i panettoni etici e sostenibili di Filippi.
 

 

I NUMERI DEL SUGHERO

La produzione mondiale è pari a 200 mila tonnellate e si concentra nel bacino del Mediterraneo occidentale dove la parte da leone la fa il Portogallo.

L’Italia si assesta su una produzione media annua di circa 6 mila tonnellate e il 90% delle sugherete si trova nel nord della Sardegna, nell’incantevole regione della Gallura tra Tempio Pausania e Calangianus.

Qui 250 aziende (tra industrie e aziende artigiane) trasformano circa il 70% di tutto il sughero destinato alla produzione di tappi. Un settore importantissimo per l’economia di questa regione che dà lavoro a circa 6.000 persone tra lavoratori diretti, stagionali e indotto.
 

 

E INFINE UNA CURIOSITA’

L'equazione sughero tappi per il vino è quasi scontata, ma ci sono usi di questo materiale ai più sconosciuti. Uno su tutti è l'impiego nell'industria aerospaziale.

Le sue caratteristiche infatti, come la leggerezza e la resistenza ad altissime temperature, hanno attirato l’attenzione della Nasa, l’Agenzia aerospaziale americana, e dell'Agenzia Spaziale Europea che hanno deciso di utilizzare il sughero per realizzare componenti delle proprie navicelle spaziali.


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