Berlucchi: dalla Franciacorta una storia tutta italiana di estro, passione e ingegno

Sguardo introduttivo alla cantina Berlucchi di Franciacorta. Come Berlucchi ha tracciato la strada per la produzione di spumanti metodo classico nel Nord Italia.

Di Francesca Ciancio
Mar 19, 2021
tagAlt.Berlucchi Vista Castello cover

Berlucchi Franciacorta

Se considerassimo la Storia fatte con i se, potremmo chiedere ai nostri lettori: cosa sarebbe stata la Franciacorta senza Guido Berlucchi? E Guido Berlucchi senza Franco Ziliani? Ma soprattutto, ci sarebbe stata la Franciacorta che conosciamo oggi?

 

In realtà nessuna di queste domande ha una risposta certa, ma apre a diverse supposizioni, una della quali è senz'altro quella di una Franciacorta del tutto diversa, magari una terra prevalentemente di vini fermi. Le bollicine le portano loro, il duo Berlucchi-Ziliani, o meglio portano il metodo classico, almeno in questa zona del Bresciano che produceva già rossi e bianchi.

 

Berlucchi Storia

Ed è proprio un vino bianco, il Pinot del Castello, che Guido Berlucchi non riesce a stabilizzare, a fare da starter all'avventura. Infatti il proprietario di Palazzo Lana chiede aiuto al giovane enologo Franco Ziliani che punta a piantare la "bandierina " del Metodo Classico in zona: il suo sogno fin da ragazzo è infatti quello di fare spumante nel posto dove è nato, la Franciacorta.

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Franco Ziliani, che ha inventato lo spumante Berlucchi

Deve essere stato molto convincente questo giovane ragazzo appena uscito dalla scuola enologica di Alba - Franco Ziliani è diplomato alla scuola enologica di Alba, così come estremamente coraggioso il galante signore di campagna. Qualcosa di spumeggiante li aspettava e così nel 1961 nasce la Guido Berlucchi & C.

 

Dopo sette anni di collaborazione incominciato nel 1955, iniziano una serie di primati: il 1961 vede la luce il primo Pinot di Franciacorta da Metodo Classico, l'anno dopo tocca al Max Rosè, il primo spumante rosato d'Italia.

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Berlucchi - 1961 - 2021 - 60 anni

Fermiamoci un attimo qui, a queste date, perché con il 2021 si sono celebrati i primi sessant'anni dell'azienda vitivinicola di Borgonato. Un compleanno importante per un intero territorio che è diventato uno dei fenomeni enologici dell'Italia del vino, quello con il disciplinare produttivo del Metodo Classico più severo al mondo e quello che per primo ha conquistato una Docg spumante nel Paese (era il 1995).

 

Berlucchi: oggi

Oggi sono i figli di Franco a guidarla: Cristina, Arturo e Paolo. L'intuizione del padre rimane intatta: un territorio di basse colline moreniche, un clima mitigato dalla presenza del lago d'Iseo, un'antica cantina scavata nei basamenti di Palazzo Lana non possono che rendere speciale la Franciacorta e i suoi vini.

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Berlucchi: le caratteristiche

E di vini targati Guido Berlucchi ne sono nati tanti nel corso dei decenni, sempre legando un progetto allo stile e al mood del momento. Ecco una delle caratteristiche del brand franciacortino, la modernità, la voglia costante di mettersi in gioco su etichette nuove, partnership e tendenze nel mondo del vino.

 

Quale è il vino più conosciuto della Berlucchi?

E così se la Cuvée Imperiale è ancora oggi il vino più conosciuto della Berlucchi, quello che va dagli scaffali della Gdo alle tavole delle famiglie nei giorni di festa, Palazzo Lana è il fiore all'occhiello della maison franciacortina, un sunto perfetto di sei decadi di storia, che ha nella versione Extreme la bottiglia perfetta (il 2009 è stato premiato con 93 punti da Wine Spectator proprio quest'anno). Parliamo di una riserva che trascorre almeno nove anni sui lieviti.

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Berlucchi, la storia delle bollicine italiane

L'esuberanza delle bollicine "nude e crude" trovano invece nella linea Berlucchi '61 Nature la migliore interpretazione: un '61 Nature Blanc de Blancs, '61 Nature Rosé e Berlucchi '61 Nature, tutti Millesimati,  ovvero a dosaggio zero. Il frutto, che sia Chardonnay o Pinot Nero, è il protagonista di questi calici dritti come lame, che vanno subito al dunque, ovvero a una beva fresca e appagante.

 

Infine la gamma Berlucchi 61 che, già nei colori, strizza l’occhio all’atteggiamento scanzonato e fluo degli anni ‘60 del secolo scorso. Un Brut, un Satén e un Rosé con 24 mesi minimo di affinamento in bottiglia, per un pubblico sempre più educato alla ricerca della qualità nei vini di Franciacorta.

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Berlucchi, in Franciacorta si brinda alla viticoltura sostenibile

La parte sotterranea dell’azienda merita da sola il viaggio in Franciacorta: la cantina storica è a dieci metri sotto il piano stradale ed è un complesso di gallerie e grandi volte, realizzate attorno al cuore centrale dell’edificio che risale alla fine del 1600. Le pupitre ovviamente dominano la scena e accompagnano lo sguardo verso la nicchia sul fondo, dove è custodita la prima bottiglia di questa “rivoluzione con le bolle” datata 1961.

 

In superficie è il percorso della sostenibilità a essere sempre più evidente. Questa attenzione ai temi ambientali e sociali si è concretizzata nel 2020 con l’uscita del primo Report di Sostenibilità dell’azienda, il più accurato per una denominazione sparkling italiana.

 

Berlucchi presenta il suo primo Report di Sostenibilità

Lo studio, relativo ai dati 2019 ed elaborato da EY Sustainability con la collaborazione di LIFEGATE, analizza il percorso intrapreso dall’azienda “scansionando” le migliorie generate sugli 85 ettari di vigneti propri e sui 450 dei viticoltori partner, come la lotta all’impoverimento dei suoli con tecniche sperimentali di avanguardia, il contrasto al cambiamento climatico con nuovi approcci enologici e l’utilizzo di varietà indigene più appropriate quali l’Erbamat, fino alla riduzione del consumo di risorse.

 

Inoltre, l’azienda ha deciso di abbracciare la sostenibilità declinandola in diversi ambiti e toccando anche temi d’interesse sociale. Da qui la creazione del progetto Academia Berlucchi nel 2019, il potenziamento dell’Hospitality didattica – presso la sede storica – per meglio promuovere e fare conoscere la “Destinazione Franciacorta” ed infine, il progetto di campagne di Corporate Social Responsibility, con iniziative dedicate alla formazione e alla riconnessione con la natura per restituire valore al territorio e alle nuove generazioni.

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