SICILIA: CENTRO E SINTESI DI TUTTA LA CIVILTA' DEL MEDITERRANEO
La Sicilia è, indiscutibilmente, un continente agricolo, dove è complicato trattenersi dall'eruzione di sovrabbondanza che essa elargisce ogni volta che la incontri. Centro e sintesi dell'intera civiltà mediterranea, prodotti arrivati da ogni parte del pianeta hanno trovato infatti la loro terra d'elezione, assumendo forme, colori e gusti irriproducibili altrove. “Sicilia bedda”, come si usa dire da quelle parti, anzi “beddissima” per le sue innumerevoli ed effettive identità.
La variegata scenografia naturale ostenta, non a caso, coste alte e frastagliate, litorali paludosi e sabbiosi, pianure e ampie porzioni collinari, impervi prolungamenti montuosi del sistema appenninico, scompaginanti arcipelaghi e soprattutto vulcani attivi, emblemi a sua volta di una vicenda geologica in costante trambusto.
GLI ALBORI CHE PROMETTONO LUSTRO E SODDISFAZIONI
In tale immensa isola, dove ogni contrada racconta una sua storia gastronomica e dove l'esposizione e la fertilità dei suoli rendono ogni frutto, sia spontaneo o coltivato, un autentico concentrato di sapore, Giacomo Rallo e sua moglie Gabriella fondano Donnafugata nel 1983, ispirandosi ai luoghi e ai nomi evocati da Tomasi di Lampedusa nel celeberrimo “Gattopardo”.
Lungimiranti imprenditori vinicoli, accompagnati da sogni, passione e dal gran desiderio di far rinascere l'enologia siciliana. Certo, alle spalle troviamo 160 anni di esperienza nel mondo del vino che può far sembrare (forse e in partenza) la cosa più semplice. Riuscire però a plasmare forma e sostanza non si rivela, per questa nobile famiglia, solo un interessante concetto di aristotelica memoria. Fin da subito l'intuizione è vincente ed emerge nettamente tra lo scorrere delle immagini di una Sicilia con la bramosia sempre più forte di far conoscere il suo straordinario patrimonio ampelografico.
UN'AZIENDA CONSOLIDATA CHE DURANTE IL SUO PERCORSO NON IGNORA I VALORI NECESSARI PER LA CRESCITA E LO SVILUPPO
L'eredità raccolta dai figli José e Antonio è dislocata tuttora su cinque differenti nuclei: a Marsala, sede delle antiche cantine di famiglia costruite intorno al 1851, centro nevralgico delle operazioni di affinamento e imbottigliamento; poi a Pantelleria, in contrada Khamma, sui terrazzamenti delle contrade più vocate, investendo tra l'altro nel recupero di una viticoltura eroica consacrata allo zibibbo; a Contessa Entellina, con il grosso dei vigneti di produzione lavorato con pratiche colturali sempre ispirate alla qualità; ancora a Randazzo, sul versante settentrionale dell'Etna ed infine in quel di Acate, nella DOC Vittoria.
Inoltre si annovera tra gli annali come la prima dinastia a far rinascere la cultura delle viti ad alberello (quello definito Pantesco) e a elaborare in maniera creativa ed originale la vendemmia notturna, per sfruttare proprio l'escursione termica tra il giorno e la notte.
“L'Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell'anima: qua è la chiave di tutto”. Già, potrebbe essere questo il segreto del successo di una cantina impresso all'ingresso dei loro edifici, che vede - sulle scie di Goethe - il senso di appartenenza come un valore imprescindibile e che, riesce a coniugare, in un circolo virtuoso, fantasia, colore e professionalità. L'arduo impegno nel campo della responsabilità sociale d'impresa e il sostegno di una politica ambientale centrata sull'utilizzo di energia pulita, si amalgamano poi perfettamente ad una partecipazione piuttosto attiva e florida sul fronte degli eventi di promozione culturale, in particolar modo musicali e letterari.
L'ALLEANZA CON IL MONDO DELL'ARTE FIGURATIVA
Nel rapporto con l'arte, Donnafugata trova una sua ragion d'essere che la rende speciale. Nei nomi dei loro nettari, gli omaggi alla letteratura si sprecano, ripercorrendo la storia della Trinacria e dei suoi “invasori”. Etichette da bere anche con gli occhi, in cui ingegno e raffinatezza premiano una sintesi grafica contemporanea, solida e con cromie estremamente dinamiche. Non solo pezzi di carta, ma valori aggiunti che profumano di riconoscimento unico.
Nel possedere quella spinta creativa necessaria per realizzare bottiglie a regola d'arte, l'idea enoica della company siciliana viene applicata al design in maniera sorprendente, la quale non fa altro che allargare le menti e i confini, cercando di comprendere meglio i rapporti della vita sociale e della messa in dialogo delle persone.
Un linguaggio dunque efficace che prosegue ancora in altre proficue “conversazioni” con il Fai e con la Scuola Normale di Pisa, volto a condividere la devozione per il paesaggio, l'architettura e l'archeologia.
MUSICA & VINO: UNA BELLA E BUONA TERAPIA
Da quasi vent'anni, José, anche cantante jazz, racconta il vino con la musica. Voce solista, propone infatti dal palco un'esperienza multisensoriale che abbina ad ogni etichetta un brano musicale, il cui andamento ritmico accompagna le sensazioni alla degustazione.
Dolci e soavi melodie, non certo di sottofondo, affinché le emozioni vengano prima dei tecnicismi e per adagiarsi su note eteree (sia del vino che della musica) che esprimano la miglior aromaticità possibile, abbandonando magari, per più di un attimo, i pensieri nefasti.
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