La più scenografica delle regioni vinicole toscane non ha sempre avuto una storia facile, con gli abitanti del luogo che esaltavano il vini e gli appassionati stranieri che ne negavano il valore. Fortunatamente, oggi il Vino Nobile di Montepulciano gode di una reputazione molto più solida, e le moderne cantine dimostrano che gli amanti del vino sono dalla parte giusta.
I documenti medievali locali parlano di vini eccellenti prodotti nei vigneti di Mons Politianus. I ritrovamenti dell'epoca rinascimentale celebravano Sante Lancerio, cantiniere di Papa Paolo III. Il suo era un vino aromatico, carnoso, equilibrato, adatto ai nobili (come scriveva Sante Lancerio), che vantava le prime etichette: 'Rosso Scelto di Montepulciano'.
Alla fine del XVII secolo, Francesco Redi, rinomato medico, naturalista e poeta, lodò a fondo il vino di Montepulciano nella sua ode "Bacco in Toscana". La poesia si conclude con Bacco che dichiara Montepulciano il 're di tutti i vini'. La poesia ebbe un notevole successo e fece il giro delle corti reali, arrivando fino alla corte di Guglielmo III d'Inghilterra, Scozia e Irlanda. La preferenza di re Guglielmo per i vini toscani potrebbe essere il risultato degli scritti di Redi, come afferma un viaggio nel Granducato di Toscana di una delegazione inglese intenta a procurarsi il Moscadello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano per re Guglielmo e la sua corte inglese. Il vino godette di un continuo apprezzamento fino al XIX secolo, quando alcune selezionate cantine furono severamente giudicate alla mostra di Vienna del 1873. L'enologo della Maestà britannica si lamentava che il campione di Montepulciano assaggiato era abbastanza mediocre, suscitando qualche dubbio sulle lodi di Redi.
La storia della città di Montepulciano è sempre stata strettamente legata alla fama dei suoi vitigni e del suo vino. L'antica leggenda vuole che Montepulciano sia stata fondata per volontà del re etrusco Lars Porsenna. Si ritiene che il re abbia lasciato Chiusi per il colle di Mons Mercurius, accompagnato da altri chiusini che poi hanno cambiato il nome in Mont Politicus. Il vino ha avuto un ruolo fondamentale nella storia di Montepulciano, come dimostra l'antica kylix (coppa del vino) ritrovata in una tomba etrusca nei pressi di Montepulciano. La kylix, creata a Chiuse, è caratterizzata da figure rosse tra cui Flufuns, l'etrusco Bacco, dio del vino, che gioca a cottabo (un gioco del vino) con una menade. Nella tomba sono stati rinvenuti anche altri oggetti in bronzo, che testimoniano il ruolo che il vino ha storicamente svolto nello sviluppo di Montepulciano.
Nella sua "Storia", Tito Livio ricorda che i Galli furono attratti in Italia grazie ai vini di queste colline. Secondo Livio, Arrunte, un Etrucano di Chiusi, lasciò che i Galli assaggiassero il vino per attirarli ad attraversare le Alpi. Questo gli permise di vendicare il suo Locumone, per una semplice questione di gelosia.
I documenti storici mostrano una storia diversa: in un documento del 789, il chierico Arnipert offrì alla chiesa di San Silvestro o di San Salvatore a Lanciniano, sul monte Amiata, una porzione di terreno con vigneti all'interno del castello di Policiano.
Nel 1937 le cantine fondarono una cooperativa locale. Il ruolo di questa agenzia era quello di formare una struttura per la vendita di vini prodotti da piccoli produttori. Mentre la maggior parte dei vini era Chianti, una piccola quantità di Nobile era presente. Oggi la cooperativa produce la maggior quantità di vini Nobile DOC e DOCG in bottiglia.
Gli anni '60 hanno visto un risveglio della viticoltura orientata in particolare alla produzione di Vino Nobile. I contributi statali e della CEE hanno permesso alle cantine di seguire i requisiti della DOC, e grazie a questo sviluppo sono nate nuove cantine. Il riconoscimento della DOCG è arrivato nel 1980 e il Vino Nobile ha iniziato la sua nuova vita.