Ruché di Castagnole Monferrato

Scoprite l'uva ribelle del Piemonte, il Ruché. Indaghiamo le eccitanti viti piemontesi a Castagnole Monferrato, che danno come risultato un glorioso vino locale. 

Di Lele Gobbi
Jan 14, 2021
tagAlt.Ruché Wine Cov

LA SUPREMAZIA DEL VINO PIEMONTESE

 

Il Piemonte, insieme alla Toscana, rappresenta la punta di diamante dell'enologia italiana e benché la proposta di vini dell'intero Paese sia davvero cresciuta molto negli ultimi decenni, occorre riconoscere che la preminenza di tali regioni, in particolare quella “ai piedi della montagna”, sia ancora ben lungi dall'essere scalzata.

In questa zona a ridosso dell'arco alpino occidentale, i vini ottenuti sono effettivamente diversi e di conseguenza gli estimatori si dividono idealmente in due fazioni. I grandi vini piemontesi sembrano apparire meno facili, meno alla moda e meno internazionali, ma in realtà proprio in questo sta la loro forza, perché si tratta (molto più che da altre zone) di prodotti unici.

La viticoltura piemontese si è infatti contraddistinta da sempre per il suo sviluppo essenzialmente nelle zone più vocate, ovvero spettacolari ondulazioni che coprono circa un terzo del territorio regionale.

 

 

IL VITIGNO RUCHE', LE CUI ORIGINI ALEGGIANO NEL MISTERO

Uno dei vitigni più misteriosi di questo fazzoletto di terra, a causa delle sue incerte origini è sicuramente il Ruché, piemontese sia nella patria sia nell'attuale area di maggiore concentrazione, circoscritta al comune di Castagnole e più marginalmente ad altre zone dell'Astigiano. 

Ci piace infatti considerare che potrebbe derivare dal francese “ruche”, cioè alveare, per la dolcezza del succo che attirava le api, anche perché non esiste al mondo un altro vitigno semi-aromatico come lui, il cui carattere inconfondibile si traduce in un nettare dal sentore di rosa e di spezie.

 

 

 

LO SCENARIO DEL RUCHE' DI CASTAGNOLE MONFERRATO E LA SUA FUNZIONE DI SORVEGLIARE E PROTEGGERE IL TERRITORIO

La sua scenografia è un anfiteatro di colli ariosi e verdeggianti che segnano il confine tra il Monferrato astigiano e quello casalese, da cui si possono ammirare le vette dei quattromila delle Alpi. Un suolo ricco di sedimenti marini, prevalentemente composto da marne calcaree, alcaline e ricche di arenaria, a cui si associano nella parte più meridionale, le sabbie e i limi chiaroscuri. 

La conformazione del suolo tende ad un naturale scivolamento verso sud e, in questo senso, la vite rappresenta una efficace prevenzione di questo fenomeno. Grazie alle sue radici, capaci di trattenere il terreno e immagazzinare l’acqua, previene il dilavamento e l’erosione eccessiva. A questo si aggiunge un ulteriore ruolo fondamentale del vigneto come “guardiano” dell’ambiente monferrino.

 

 

 

IL VINO RUCHE': FRAGRANZA, ARMONIA E PERFETTO SINCRONISMO CON LE PORTATE SPEZIATE

Da quelle parti si dice che un tempo i contadini monferrini anche col vino battezzassero i neonati. Il primo a credere nelle potenzialità di questo vino dai profumi delicati di rosa e frutti di bosco è stato, - e forse non a caso - Don Giacomo Cauda, classe 1927, umile e ostinato prete vignaiolo, uomo di grande ingegno e generosità. 

Grazie a lui dunque si assapora oggi un vino dal profumo intenso e fragrante, armonico, asciutto e morbido al palato. Un vino “gastronomico”, ideale con la cucina asiatica o messicana, ma anche e soprattutto in svariate ricette della cucina italiana, in cui le sostanze vegetali vengono utilizzate per aromatizzare e insaporire i cibi.


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