Guida completa ai vini d'Italia. Un itinerario affascinante attraverso l'Italia del vino

La guida più completa ai vini italiani: scopri i vitigni e le denominazioni italiane. L'Italia del vino: un'esperienza turistica inebriante

Di Lele Gobbi
Aug 26, 2022
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Vini Italiani: Guida al Vino in Italia

Parlare del vino in Italia è come fare una storia dell’intero Paese. L’Italia è una delle poche al mondo in cui, nel campo vitivinicolo, è possibile coniugare le ultime frontiere della tecnologia con i costumi dei tempi passati, con usanze e tradizioni accumulate e sommatesi nei secoli.

 

Benvenuti nel “Paese del vino”, un paesaggio unico che ogni anno esprime attraverso la qualità dei propri vini, la varietà e la peculiarità di territori, culture e vitigni.

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Perché in Italia ci sono tra i vini più buoni al mondo?

A scorrere i numeri del vino italiano, emerge in modo incontrovertibile come l’antica Enotria possa, a ragione, essere considerata uno dei principali attori di questo settore: in questo momento a livello di quantità è il primo produttore mondiale con quasi 45 milioni hl su una superficie di oltre 650 mila ettari di vigneto. 

 

Culla di uno dei patrimoni ampelografici autoctoni tra i più complessi e variegati che esistano all’interno del panorama internazionale, nonostante la devastazione causata dalla filossera a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, il Bel Paese, insieme alla Francia, rappresenta per qualità e tradizioni antichissime, uno dei giardini vitati più affascinanti, non solo del Vecchio continente, quanto del mondo intero. 

 

La viticoltura e il vino sono espressioni del tessuto, non solo agricolo ed economico, quanto sociale e culturale di tutto il territorio italiano, da nord a sud, da est a ovest: la varietà di climi, la grande complessità dei terreni, presente all’interno di ogni singolo distretto, parte dei quali non ancora completamente valorizzati in tutto il loro potenziale, l’innumerevole quantità di denominazioni, disciplinari di produzione e tipologie, disegnano una mappa vinicola ricca di sfaccettature di raro fascino. 

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Dove si produce il vino?

Dividendo l’Italia in tre zone, le più importanti zone vinicole che talvolta combaciano con le principali denominazioni sono: 

  • Nord: Valle d’Aosta, Piemonte (Langhe, Roero, Monferrato, Asti, Gattinara e Ghemme); Lombardia (Oltrepò Pavese, Valtellina e Franciacorta); Trentino (Piana Rotaliana), Alto Adige, Veneto (Valpolicella, Soave, Bardolino, Conegliano-Valdobbiadene); Friuli (Carso, Collio; Colli Orientali del Friuli, Grave); Liguria (Riviera ligure di Ponente)
  • Centro: Emilia-Romagna (Lambrusco, Albana di Romagna); Toscana (Bolgheri, Costa Toscana, Brunello di Montalcino, Carmignano, Chianti (Classico), Nobile di Montepulciano, San Giminiano); Marche (Verdicchio); Umbria (Montefalco, Torgiano, Orvieto); Lazio (Frascati); Abruzzo (Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo); Molise (Biferno); Sardegna (Vermentino di Gallura, Vernaccia di Oristano)
  • Sud: Campania (Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Taurasi); Puglia (Primitivo di Manduria, Negroamaro del Salento); Basilicata (Aglianico del Vulture); Calabria (Cirò); Sicilia (Etna, Marsala, Moscato di Pantelleria, Cerasuolo di Vittoria)
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Quali sono le tipologie dei vini in Italia?

I principali livelli nella piramide di qualità del vino italiano sono quattro:

 

  • Vino da Tavola: riferita a vini prodotti con uve autorizzate ma non regolamentati da uno specifico disciplinare di produzione. Dovrebbero rientrare vini di minor pregio, tuttavia non è difficile trovare vini di ottimo livello, perché alcuni produttori scelgono di non attenersi a rigide normative e di rinunciare a una qualifica superiore pur commercializzando prodotti di qualità
  • IGT (Indicazione Geografica Tipica): racchiude aree di produzione piuttosto estese, ma che spesso e volentieri non rappresentano vini dal profilo medio-basso, al contrario molti dei vini più apprezzati e riconosciuti a livello internazionale, rientrano in questa categoria (come ad esempio i Supertuscans). 
  • DOC (Denominazione di Origine Controllata): definisce aree geografiche ristrette nelle quali la produzione è fortemente legata alle tradizioni e alla storia del luogo; i vini devono essere sottoposti ad adeguati controlli per verificare le proprietà organolettiche e le caratteristiche fisico-chimiche. 
  • DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): occupano il punto più alto della piramide. Vale quanto detto per i vini DOC, ma con ulteriori restrizioni geografiche, dimostrando di possedere caratteristiche uniche e distintive rispetto ai vini appartenenti alla categoria inferiore. 

 

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Chi portò il vino in Italia?

La storia del vino in Italia risale intorno al 1000 a.C. per opera inizialmente dei Fenici e dei Greci, attraverso le loro conquiste nel Mar Mediterraneo, in particolare nel Sud d’Italia. Possiamo definire i greci gli autentici precursori della civiltà enologica italiana introducendo varietà e realizzando i primi nettari (VII secolo a. C.), poiché i Fenici si limitano soltanto a importarlo in Sardegna e in Sicilia. L’antica Roma (I-V secolo d.C.) sarà fondamentale poi nell’allargare la cultura enoica in tutta il continente europeo, sia attraverso la coltivazione dei vari vitigni sia attraverso il fondamentale trasporto in solidi contenitori di legno. Passano i secoli, la vite sopravvive a stento sino a riconquistare spazi e importanza nel cuore del Medioevo (VI-XV sec.) e diventando almeno in Italia, una importante voce economica.

 

L’Ottocento è considerato poi un secolo di riforma, nel senso che vini come il Barolo assumono nobiltà o altri vinificati improvvisando l’uvaggio vengono ridefiniti come ad esempio il Chianti. L’impulso decisivo al miglioramento della produzione nazionale ha luogo nel secolo successivo, esattamente nel 1963, quando viene varata la prima legge che disciplina la produzione dei vini a Denominazione d’Origine, cui nel 1992 ne segue una nuova, attualmente vigente, che ordina il sistema delle denominazioni. 

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Quali sono i migliori Vitigni Autoctoni Italiani a bacca scura?

Sangiovese

capace di volume e capace di sfumature, vigoroso per struttura e vibrante di minuzie. Tra Toscana e Romagna, tra Umbria e Marche, produce autentiche meraviglie. Floreale e fruttato, piglio acido, profondità, al suo meglio non ha rivali

Nebbiolo

difficile tenerlo dietro qualche altro vitigno, ma tant'è… Le sue vibrazioni aromatiche sono sontuose, balsamiche e boschive, l'architettura polifenolica complessa. Un fuoriclasse che viene dalle Langhe, dal nord Piemonte o dalla Valtellina

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l'originalità dei terroir etneo e messinese, il vulcano e il mare, l'eleganza composita del vitigno, le sue affilature gotiche e i suoi intarsi barocchi, vanno aumentando etichette e produttori di qualità. 

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Aglianico

Complesso, coriaceo, straordinariamente longevo. L’utilizzo della barrique riesce poi a domarne la foga, rendendolo piuttosto morbido e vellutato in tempi brevi.

 

Montepulciano

Robusto, generoso, estroverso, tanto ispido e selvatico da giovane quanto in grado di sottigliezze più eleganti da adulto. Sorprendente la sua tenuta nel tempo (nè troppo tannico, nè acido) che in alcune versioni ha del miracoloso

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Quali sono i migliori Vitigni Autoctoni Italiani a bacca bianca?

Fiano

Dai classici autori latini alle corti medievali dell’Italia meridionale, quest’uva è sempre stata considerata uno dei più nobili vitigni a bacca bianca della penisola. L’armonia raggiunta tra il clima della zona di produzione (Irpinia) e il vitigno regalano un bianco di grande finezza olfattiva (mela, pera, nocciola, miele), sostenuto da una vibrante acidità che ne fa uno dei più longevi del Paese.

 

Verdicchio

un vino delle Marche di grande finezza olfattiva e di notevole struttura, longevo e complesso, reso elegante dagli ampi aromi di anice, fiori bianchi e frutti secchi che si ritrovano al gusto, quasi sempre dominato da un delicato ricordo di mandorla e da una ricca sapidità.

 

Greco di Tufo

bianco di straordinario carattere, di colore giallo dorato, dalla spiccata complessità olfattiva (mela cotogna e mandorla) e dalla rispettabile salinità che, di nuovo, in Irpinia da risultati eccellenti.

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Garganega

i suoi profumi sono tendenzialmente caratterizzati da una fresca nota floreale seguita da aromi di frutta matura. Dopo un adeguato invecchiamento rivela, spesso e volentieri, una straordinaria mineralità. Armonia, sapidità e longevità appartengono da sempre a questa varietà che nel Soave ha trovato la sua casa elettiva.

 

Carricante

un vitigno antichissimo che trova la sua massima espressione sulle pendici dell’Etna. Se opportunamente vinificato, dà origine a vini bianchi di inaspettata longevità, in cui predominano sensazioni di zagara, anice e frutta bianca, accompagnate in bocca da un elegante nerbo acido e da una finissima mineralità. 

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Quali sono i migliori vini italiani a seconda delle tipologie?

Tra i vini rossi sicuramente opto per la Toscana (Chianti Classico Docg e Brunello di Montalcino Docg) e il Piemonte (Barolo Docg e Barbaresco Docg) denominazioni che dominano infatti la scena nazionale e internazionale soprattutto in termini di qualità e longevità. Per quanto riguarda i vini bianchi scelgo come zone l’Alto Adige, la Valle d’Aosta, il Friuli (Collio), le Marche (Verdicchio), l’Irpinia (Greco di Tufo e Fiano di Avellino) e la Sicilia (Etna).

 

Per le bollicine, le tipologie che prediligo e che rispecchiano, non a caso, le zone più vocate sono Alta Langa Docg, Trento Doc e Franciacorta Docg. Per i vini rosa/rosati non si parla tanto di zona, quanto di tecnica enologica: i prodotti migliori sono quelli che arrivano dal Garda (Bardolino e Valtenesi), dall’Abruzzo (Cerasuolo) e dalla Puglia (Rosato del Salento). Per i fortificati un grande vino è la Vernaccia di Oristano. Non ritengo ancora pronta l’Italia per i cosiddetti Orange Wines. 

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Quale è il futuro del vino in Italia?

L’Italia può vantare oggi un’invidiabile commistione di passione per la ricerca, saperi tecnologici avanzati qualità intrinseche dei territori che non solo confermano lo stato di grande salute in cui versa la produzione enologica. Il rapporto qualità-prezzo è, indiscutibilmente, uno dei migliori del mondo e il patrimonio enologico è tuttora invidiato da tutti, ma non basta! Il compito delle cantine rimane quello di diffondere maggiormente la ricerca dell’eccellenza, perché la concorrenza con le marche estera è oggettivamente spietata e, talvolta, la conoscenza dei vini italiani all’estero è ancora scarsa. 

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Vino FAq

Qual è la regione che produce più vino in Italia?

La regione in cui si produce il maggior quantitativo di vino è il Veneto (11 milioni di ettolitri circa), seguito dalla Puglia (9,7 milioni di ettolitri) e dall'Emilia Romagna (6,6 milioni di ettolitri).

 

Quanto vino si beve in Italia?

In Italia consumiamo, al giorno, circa un bicchiere di vino a testa, che sarebbero 33,4 litri all'anno

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