Arezzo - Tre doni alla Cultura

Tre artisti e Uomini del Rinascimento hanno garantito ad Arezzo un Posto nella Storia della Toscana

Di Nina Bernheim
Aug 11, 2020
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Nata come avamposto etrusco, la città di Arezzo prosperò sotto il dominio etrusco e romano (chiamata Aretium in epoca romana). Tuttavia, questa fiorente cultura non era destinata a sopravvivere: fu spezzata da un destino simile a quello degli altri centri toscani quando caddero sotto il dominio dei Goti, che distrussero la capitale romana nel 476. 

Nell'VIII-X secolo, la zona si stava lentamente e gradualmente costruendo attraverso un fiorente sviluppo sociale, politico, militare e architettonico. Probabilmente grazie a questi miglioramenti, il comune di Arezzo - murato e prospero - era troppo allettante per i fiorentini. Nel 1320 la città cadde sotto il dominio permanente di Firenze. 

Mentre l'autonomia politica, militare ed economica della città era sotto il controllo di diversi governanti esterni, dalla casa dei Medici a quella dei Lorena (fino al 1870), qui furono realizzate costruzioni, opere d'arte e letterarie straordinarie.   

Tra queste troviamo tre grandi artisti molto produttivi che ora vediamo più da vicino:

Piero della Francesca, una delle quattro figure cardinali della pittura rinascimentale.  Non era in realtà un autoctono di Arezzo, essendo nato nella vicina San Sepolcro, ma grazie alla sua straordinaria produzione artistica è intimamente legato ad Arezzo. Forse l'opera più ammirata di Della Francesca si trova in un'abside della chiesa di San Francesco. Qui si può ammirare l'immenso ciclo di affreschi "Storia della Santa Croce", purtroppo in parte danneggiato dall'incuria del 1600-1800 e da maldestri restauri del 1850.  Durante la visita, non dimenticate di portare con voi un binocolo per assicurarvi di cogliere ogni singolo dettaglio.   

Giorgio Vasari era invece un nativo di Arezzo (anno 1511), morto poi a Firenze nel 1574 mentre cercava di di lasciare definitivamente il capoluogo toscano per trasferirsi definitivamente ad Arezzo. Il viaggio di tre giorni su strade ripide, bucate, sassose e tortuose sarebbe oggi impensabile per noi, ma Vasari era talmente devoto alla sua città natale da intraprendere il tentativo di ritornarvi comunque. Vasari è ricordato per molte opere architettoniche e pittoriche a Firenze, Roma e Arezzo, tra cui la Galleria degli Uffizi di Firenze e la stupenda loggia di Piazza Grande ad Arezzo. L'opera forse più bella di Vasari è però il suo capolavoro, "Le Vite degli Eccellenti Pittori, Scultori ed Architettori", scritto e stampato per la prima volta nel 1550, poi ristampato postumo con le sue annotazioni e correzioni nel 1588, e tradotto innumerevoli volte in più lingue in tutto il mondo. Quest'opera di una vita, insieme alla sua ben conservata e fitta corrispondenza con selezionati notabili dell'epoca, offre uno sguardo più penetrante sulle arti e sull'esistenza quotidiana del Cinquecento rispetto a qualsiasi altra singola fonte. Le Vite, disponibili in tascabili Penguin, sonon una lettura davvero vivace! Giorgio Vasari fu indubbiamente uno degli uomini più creativi e influenti del suo tempo.  

Guido Monaco, noto anche come Guido il monaco, naque ad Arezzo nel 990 circa. Guido è conosciuto in tutto il mondo musicale come il fondatore della moderna notazione musicale, ha insegnato ai suoi cori ad intonare gli intervalli corretti secondo le prime sillabe delle prime sei linee di "Ut quaeant laxis", un inno latino universalmente conosciuto. Le prime parole di ogni verso sono Ut, Resonare, Mira, Famuli, Solve e Labii (il Si è aggiunto più tardi).  Guido inventò anche il pentagramma a quattro righe, utilizzato fino a Bach. Anche se i musicisti tedeschi sono passati gradualmente alla notazione C, D, E, il resto del sistema di Guido è sopravvissuto, con le modifiche necessarie nel tempo. Oggi le sue invenzioni sono ormai superate, resta comunque il fatto che ogni brano musicale che abbiamo ascoltato è stato conservato per merito del genio del monaco Guido di Arezzo, quasi 1000 anni fa.

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