Il Liquorificio Baldinini ispira i produttori di Vermut

Storia di un classico aperitivo italiano, il vermut. Scoprite uno dei primi produttori italiani di vermouth, e cosa rende grande un Bitter liscio.

Di Andrea Grignaffini
Apr 28, 2021
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UN LIQUIDO ROSSO VIBRANTE NEL TUO BICCHIERE - E NON È VINO
 

Eccolo nel bicchiere brillare di colore rosso vivace, corroborante e intrigante, voluttuoso e dissetante: è il Bitter, un simbolo italiano. Ed è proprio quel gusto amaricante che lo rende estremamente piacevole da gustare freddo o ghiacciato, stimolante per l’appetito: da bere come aperitivo.
 

 

I RETROSCENA DI QUESTO STRAORDINARIO DIGESTIVO ITALIANO

La produzione di questo aperitivo-digestivo si manifesta attorno al XVI Secolo in Olanda come bevanda a base di acquavite di grano e nel 1575 la ditta Lucas Bols porta la produzione, fino a quei tempi micro-artigianale, a livello industriale.

Ma solo nell’Ottocento un italiano che assurse a leggenda, Gaspare Campari, ne studia la formula mettendo in commercio un prodotto denominatoBitter all’uso d’Hollande”. Il termine Bitter che in inglese significa amaro, la dice lunga sulle sue caratteristiche organolettiche ricavate da un estratto di piante aromatiche che rende sensibili le papille gustative, risveglia l’appetito, favorisce la digestione.
 

 

PERCHÉ GLI AMARI SONO AMARI?

Possono classificarsi come Bitter le bevande preparate con alcol raffinato a 96°, con acqua, con estratti di piante amare o aromatiche con oli essenziali, con o senza zucchero, e a volte l’alcol può essere sostituito con alcol di vino. Si  distinguono le miscele in due tipologie, quelle ottenute da più erbe e spezie dosate perfettamente da quelle ottenute da una sola pianta.
 

 

INCONTRIAMO BALDO BALDININI, CHE CAMBIERÀ IL MONDO DEGLI AMARI ITALIANI

E proprio del bitter nascosto in un oscuro “olfattorio” in Val Marecchia, tra le dolci colline riminesi vive un uomo, Baldo Baldinini, d’altri tempi, ricco di antica sapienza e grande cultura che con la mano da alchimista ricerca con estrema attenzione e cura la materia prima di più alta qualità dedicandosi e interpretando la liquoristica migliore d’Italia tanto da elevare il suo Bitter a qualcosa di ormai “mitico”.

Un personaggio che tramite una passione sconfinata condita da trent’anni di studi e di puntigliose ricerche, affinata con sperimentazioni e innovazioni verso la natura in generale e le piante, i fiori e le radici in particolare, ha saputo entrare nel cuore della materia declinandola in potentissimi elixir.

Già da subito questo luogo rappresenta un dedica alla tessitura alchemica del substrato culturale del “naso”: in una teca di legno e cristallo sostano vasi e bottiglie contenenti essenze, estratti, olii essenziali, tinture, botaniche officinali, spezie, sospesi a tre metri da terra in cui Baldo realizza i suoi sogni.

 

COME RENDERE AMARO L'AMARO

Per ottenere un grande Bitter occorrono 42 varietà botaniche, selezionate minuziosamente e infuse nel migliore Albana, un vino atto ad estrapolare aromi e fragranze che combinate tra loro danno vita ai profumi di frutta fresca, degli oli essenziali estratti dai migliori agrumi italiani, concedendo al palato un quid di piacevole piccantezza che piano piano rilascia un retrogusto amaricante.

Ma se il Bitter è paradigmatico straordinario anche il Vermouth Rosso 721 è assurto a riferimento assoluto per i migliori mixologist. Un vermut inebriante e barocco in cui la nota fiorita della rosa diventa un marchio di fuoco sul drink. Luminoso, avvolgente, intenso in cui i frutti di bosco rimandano al gusto amaro dell’assenzio, ed ecco che si fanno largo note eleganti speziate di cortecce, di vaniglia e di pasticceria per terminare con cenni mielati di acacia e di violette.

Il gusto è un surplus di frutti rossi maturi in cui emergono piccoli frutti selvatici chiudendo sul sapore di mirto, rimandandolo a un vermut oltre i consueti parametri. Molto profumato e con una dolcezza che appaga con un intreccio di botaniche, chiude con un finale secco e un quid di fave di cacao, vaniglia, albicocca e pepe.



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