Cosa sono i Super tuscan? Vini toscani con vitigni internazionali
Nello specifico, con il termine Supertuscan si indicavano tendenzialmente nettari senza seguire prodotti le regole dei disciplinari DOC e DOCG, e realizzati da assemblaggi di vitigni cosiddetti internazionali come Merlot e Cabernet Sauvignon al posto (o in aggiunta) dell’autoctono Sangiovese, oppure talvolta utilizzando solo il Sangiovese in purezza, cosa che all’epoca non era consentita e che, effettivamente, impediva non solo la sperimentazione di nuove strade enologiche, ma anche ogni legittima forma di evoluzione.
Quando nascono i SuperTuscans?
Quando si imposero sul mercato internazionale, negli anni ’80 del secolo scorso, i SuperTuscans venivano definiti vini innovativi ed erano un paradosso del tutto italiano: vini di alto pregio che si presentavano con la denominazione Vino da Tavola, alla pari dei meno qualificati prodotti di largo consumo, lasciando perplessi soprattutto i clienti esteri poiché in genere erano spesso e molto più buoni di tanti vini garantiti dalla DOC.
All’inizio erano sembrati una bizzarria del sistema Italia, ma poi la continua proliferazione li aveva trasformati in un fenomeno di massa. Ed è per questo che gli americani, non sapendo come definirli, con il loro pragmatismo e la capacità di sintesi a cui li ha abituati la loro lingua, hanno creato negli anni ‘80 un’autentica denominazione, accettata su scala internazionale: quella di Supertuscans!
I SuperTuscans provengono dalla Toscana?
In realtà non tutti i vini provenivano dalla Toscana, ma certo è che in quella regione si registrava la maggior concentrazione di vini cosiddetti “alternativi” e gli elementi più importanti di “trasgressione” erano l’adozione di uve non tradizionali della Toscana, soprattutto Cabernet Sauvignon, Franc, Merlot e Chardonnay e l’uso della barrique.
Perché sono stati così importanti i SuperTuscans?
Cosa fondamentale, però, quei vini preparati con uve internazionali servirono per introdursi su quei mercati dove la loro era l’unica lingua parlata e, facendosi capire, finirono per attirare l’attenzione anche sui vini della tradizione italiana. E viceversa, nel senso che, attraverso i SuperTuscans, si diede una decisa impronta moderna alla produzione non solo in Toscana, ma in tante altre parti d’Italia.
Quali sono stati i primi SuperTuscans?
Il primo vino nella storia dei SuperTuscans viene considerato il Vigorello (1968) dell’Agricola San Felice, prodotto a Castelnuovo Berardenga, sebbene il vino più famoso a livello mondiale rimanga il Sassicaia (anch’esso 1968) della Tenuta San Guido e il Tignanello (1970) degli Antinori.
I SuperTuscan Oggi
Il lato più bizzarro del fenomeno risulta il fatto che ora è difficile sostituire alla denominazione SuperTuscans, che ovviamente non ha alcun valore legale, qualche denominazione ufficiale. Pochissimi SuperTuscans, per esempio, sono rientrati nella DOCG, che pure oggi presentano disciplinari che lo consentirebbero. La maggioranza, costretta ad abbandonare la denominazione vino da tavola, è infatti diventata vino IGT.
Perché farsi chiamare ancora SuperTuscans Nel mondo?
Semplice, poiché permette loro di continuare a rappresentare un modo differente per esprimere la loro origine, meno legata a una tradizione specifica e invece più focalizzata su interpretazioni aziendali del territorio. In più, per comparire nelle liste dei grandi ristoranti internazionali come tale e SuperTuscans resta la categoria dei vini più costosi sparsi per il mondo.
Perché bere un SuperTuscans?
Perché al suo interno fanno parte cantine di grande prestigio, protagoniste di quello che è stato chiamato fin dagli anni 80 come “il rinascimento del vino toscano”. Se oggi la Toscana è considerata una delle regioni più importanti e qualitativamente evolute nell’ambito della vitienologia internazionale, il merito va anche ascritto ai SuperTuscans.
Essi mantengono tuttora un ruolo e un’immagine imprescindibile se si vuole comprendere (anche nel sorso) il recente passato vitivinicolo di alto profilo in Italia e le sue prospettive soprattutto sui mercati internazionali.