Che cosa è il Chiaretto?

Le sfumature del Chiaretto e come giocano un ruolo nel suo sapore. Ecco come le note agrumate e la sapidità brillano attraverso il rosa pallido del Chiaretto.

Di Francesca Ciancio
May 03, 2021
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È il caso di dire, cinquanta sfumature di rosa. Claim non originalissimo, va detto, ma che rende bene l'idea di cosa sia stata l'Anteprima Chiaretto 2021.

È stata innanzitutto una grossa scatola! Con all'interno due confezioni più piccole contenenti ciascuna 25 bottigliette da 5cl, un bignami con 318 curiosità sulla Doc e tre assaggi di formaggio con diverse stagionature della Dop Monte Veronese. Tutto ciò che serve insomma per una degustazione in solitaria ai tempi del Covid, senza che la casa venga invasa da decine e decine di contenitori in vetro da 75 cl.

Cinquanta bottigliette, se ben ordinate, invece possono stare in frigo il tempo necessario per una temperatura ideale di servizio. Il merito va a Vignon, società milanese che ha realizzato il primo servizio italiano di ricondizionamento di vino e alcolici al servizio di tutti coloro che sono impegnati nella formazione, promozione e vendita nel settore beverage.
 

 

MA IL CHIARETTO COS’E’?

Il chiaretto è il vino rosé prodotto nei territori del Lago di Garda. Nella zona bresciana, le colline che ad ovest si affacciano sul Lago di Garda sono la zona dove si produce Chiaretto Valtènesi Doc a base di groppello.. Sul lato est, in provincia di Verona, si produce Chiaretto Bardolino prevalentemente da uve corvina.

Accennavamo alle sfumature. Ebbene, il colpo d'occhio d'insieme fa effetto, perché non ve n'è una identica all'altra, ma tantissime sono simili e il colore rosa pallido è quello che predomina. Qualche rosato più intenso non manca - e all'assaggio si rivela meno interessante - e c'è anche chi tra i produttori sta tentando la strada di un affinamento più lungo, inserendo in batteria 2019 e 2018. Percorso non insensato dato che in più occasioni alcuni Chiaretto hanno dimostrato di potersela giocare con il tempo in maniera egregia.

Il punto è che il senso di questo vino è nel suo nome, che è poi anche il nome della Doc. Il vino rosa della sponda veronese del lago di Garda infatti, grazie a una recentissima modifica del disciplinare, potrà chiamarsi Chiaretto di Bardolino (anziché Bardolino Chiaretto). La "semplice" inversione dei nomi è una piccola rivoluzione perché punta l'attenzione sullo stile enologico.

Il territorio c'è ed è ovviamente quello gardesano, ma qui il focus è sulla lavorazione delle uve, o meglio sull'uva Corvina, indubbiamente identitaria. Passa in secondo piano il racconto dell'annata che a prescindere delle anomalie e dei pregi vendemmiali deve garantire tre marcatori fondamentali: la freschezza, la sapidità, l'agrumato, tutte caratteristiche che, grazie a un’uva matura al punto giusto, a un contatto con le bucce di poche ore, all’uso fino al 95% di Corvina con un saldo di Rondinella – uve poverissime di antociani – a le brezze del lago e ai terreni di origine morenica, possono far direquesto è Chiaretto” .
 

 

DUE VINI VINCENTI SONO MEGLIO DI UNO

“L’altro” è il Bardolino, che è la denominazione sotto la quale ancora ricade il Chiaretto come menzione.

“Sono due vini che possono farsi forza a vicenda, ma ciascuno con una sua identità chiara”. Franco Cristoforetti, produttore di entrambe le tipologie e presidente del Consorzio, dice di doversi ancora riprendere dalle “fatiche” spese per arrivare alla variazione nel disciplinare approvata questa primavera: “ Ci sono voluti quattro anni per invertire due parole – sottolinea Cristoforetti – pensare adesso di raggiungere la separazione dei vini in due differenti doc è impossibile, porterebbe via tempo che ora serve alla promozione  delle due le realtà”.

Quella del Chiaretto – pandemia a parte – è solida grazie a cento produttori, a mille ettari dedicati (sui 2600 complessivi della doc Bardolino), a quasi 10 milioni di bottiglie prodotte e vendute.

La Rosé Revolution lanciata nel 2014 – spiega il presidente – continua: il Chiaretto è sempre più chiaro perché la forbice delle variazioni cromatiche nel disciplinare è ormai molto stretta. Se dobbiamo avere uno stile, se il nostro obiettivo è un vino fortemente riconoscibile, deve avere un colore solo, che è quello del rosa pallido, semmai con sfumature leggermente aranciate.

Le virate più cariche che ancora troviamo in un po’ di etichette non sono dovute all’uso di altre uve, bensì a pratiche come quella della levata di cappello che colora il mostoQuesto sistema ad esempio sul Chiaretto è stato quasi del tutto abbandonato e il futuro di questo vino è senza dubbio sempre più rosa pallido”.
 

 

COME LO AMAVANO GLI ANTICHI

La rivoluzione rosa del Chiaretto di Bardolino in verità ha origini antiche. Il nome infatti deriva dall’aggettivo latinoclarum”, un vino prodotto e amato nelle province della Gallia Cisalpina – che comprendeva il lago di Garda -  e in quella Transalpina, oggi identificabile con la Provenza.

Ecco che la connessione tra i due vini rosa più famosi d’Europa è presto fatta: i romani, che bevessero vini gardesani o francesi, li preferivano chiari, rosati per l’appunto, e per farli usavano il torchio proprio per evitare la macerazione sulle bucce.

Ciò a cui puntiamo – aggiunge il produttore veneto – è a una produzione di 18/20 milioni di bottiglie di Chiaretto, che equivarrà a una predominanza netta sul Bardolino. Quest’ultimo non sarà certo considerato un vino minore.

Anzi, si va verso una più attenta selezione dei vigneti con il riconoscimento dei distretti – Monte Baldo, La Rocca e Sommacampagna – si lavorerà con attenzione a più lunghi affinamenti, all’eliminazione di arricchimenti e appassimenti. Insomma vogliamo fare del Bardolino un autentico fiore all’occhiello, cosa che dalle nostra parti fu vera già nel XIX secolo.

Sul Chiaretto discorsi quali zonazione e single vineyard non ci interessano, perché il nostro vino rosa è lo specchio della sponda orientale del Garda: fresca, vivace, profumata di agrumi, riviera lacustre ma con l’indole mediterranea. Uno stile che faremo conoscere ai veronesi per tutta l’estate dal 21 maggio al 21 luglio con 100 aperitivi musicali all’aperto accompagnati da vini e formaggi”.


Amate il lago di Garda e i suoi vini?  Non perdetevi l'esperto di food&wine Lele Gobbi che esplora le diverse prospettive del Garda.  Garda: quando il vino si specchia nell’acqua esplora la zona DOC del Garda e i suoi vini, e Valtènesi, rosa per vocazione, alla scoperta della bella Valtènesi.  Francesca Ciancio esplora anche un lato diverso della DOC del Garda in Scoprendo il lago di Garda e il Garda DOC con accesso VIP.  Continua a leggere per saperne di più su questa meravigliosa regione vinicola italiana oggi stesso!

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