Non sono tante le etichette che possono festeggiare l'oltre mezzo secolo di vita, ma le aziende storiche italiane per fortuna sono tante e questo obiettivo non è poi così irraggiungibile. Tra queste c'è la realtà veneta Tedeschi, il cui Amarone della Valpolicella Capitel Monte Olmi è ormai più vicino alla sessantina che alla cinquantina.
Era infatti il 1964 quando Lorenzo Tedeschi intuì che bisognava concentrarsi su parcelle specifiche di vigneto per dare vita a vini di prestigio. La sua scelta ricadde sul vigneto monte Olmi, dando origine a questo vino che negli anni è diventato il portabandiera dell'azienda.
Un vigneto davvero storico, acquistato nel 1918 nella frazione Pedemonte a San Pietro in Cariano, grande due ettari e mezzo con esposizione sud-ovest e su un terreno di argilla e calcare. Altra sua peculiarità è la struttura a terrazzamento che consente la perdita di acqua in caso di piovosità abbondante.
Si tratta di un appezzamento a pergola con una densità bassa di piante - 3500 piante per ettaro dai 25 ai 45 anni di età - che è un vero tributo all'ampelografia veneta: Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta, Dindarella. Le uve vengono vendemmiate a mano e poi lasciate appassire per 120 giorni.
Dopo la pigiatura e la fermentazione, il mosto affina dai 36 ai 48 mesi in legno grande e fa ulteriori sei mesi di bottiglia prima della commercializzazione.
QUATTRO SECOLI DI VINO
Siamo partiti dal vino, ma il retroterra ha ben quattro secoli di storia, tanti quanti sono gli anni dell'azienda Tedeschi, dal 1630 profondamente legata alla Valpolicella e al vino di questo territorio. La realtà ha ancora un impianto familiare dove Lorenzo continua a occuparsi dell'azienda, la cui gestione è passata ai figli Antonietta, Sabrina e Riccardo.
In questo modo il passato lungimirante è diventato un presente di investimenti costanti, come il centro di appassimento a Pedemonte nato 20 anni fa, l'ampliamento della zona di vinificazione per concentrarsi sulle uve provenienti dai diversi appezzamenti, il parco botti, tutto rinnovato con rovere di Slavonia da 1000 a 5000 litri.
Il 2010 invece segna una svolta importante in campo agronomico, perché la famiglia investe sulla zonazione dei possedimenti di Maternigo e delle zona Classica. Nel tempo è stato portato avanti un processo di inerbimento per rafforzare le difese naturali del vigneto, un piano di controllo dello stress idrico, un innalzamento del contenuto di carbonio organico, un arricchimento del terreno mediante semina di particolari essenze e l’apporto di concimi organici.
Tra i filari ci sono particolari sensori a forma di foglia di vite che hanno il compito di misurare il grado di umidità e di bagnatura fogliare e di scongiurare l'attacco di patogeni legati all'eccessiva presenza di acqua. Nel tempo è stata modificata anche la forma di allevamento per migliorare lo stato di salute delle chiome delle piante così come si è adottata la lotta integrata contro insetti come la tignola e malattie come peronospora e oidio.
IL PROFUMO DEI VINI E DEL MONTE OLMI IN PARTICOLARE
I Tedeschi sono partiti dall'assunto - vero - che i terreni possono influenzare gli aromi dei vini. Hanno così studiato la caratterizzazione aromatica dei vigneti a seconda dei suoli. Dalle ricerche è emerso che la frazione calcarea dona intensità e complessità aromatica; ossidi di ferro e manganese favoriscono le note speziate e di frutta rossa, come amarena e ciliegia; al tempo stesso la frazione sabbiosa del terreno accentua le note di frutti di bosco, ribes e lampone.
La presenza di argilla nel terreno, unita a minerali ferrosi e manganesiferi, conferisce vini strutturati, di grande longevità, con buon estratto e contenuto tannico, oltre a vini ricchi di colore. Lo scheletro, inoltre, trattiene l’acqua rilasciandola lentamente insieme ai sali minerali. Le tessiture pedologiche sono spesso mixate tra loro ed ecco perché alcuni suoli sono la base di vini di grande complessità.
È il caso dell'Amarone Monte Olmi, da sempre un'etichetta che punta sull'armonia e sull'eleganza, sull'intensità di frutti come ciliegia, ribes e lamponi, sulle note terziarie di liquirizia, tabacco e caffè, sulla robustezza di una beva senza dubbio potente e carnosa, ma che non fa sconti ad un’acidità ben presente nel calice che lascia immaginare un lungo invecchiamento.
TEDESCHI, PARTE DI QUALCOSA DI PIU’ GRANDE
La grande storia alle spalle non deve essere mai un peso ma un'opportunità. Un concetto che un po' il motore de Le Famiglie Storiche, l’Associazione nata nel giugno del 2009 dall’unione di dieci aziende della Valpolicella, tutte presenti nel “mondo Amarone”: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre, D’Orti, Venturini e Zenato.
Proprio l'Amarone è al centro del loro impegno, sia in termini di tutela artigianale che di promozione e valorizzazione. Il "nemico" da battere è l'Amarone di largo consumo che ha spopolato non poco tra gli scaffali della grande distribuzione e, peggio ancora, nell'italian sounding delle false etichette all'estero. Tra le finalità associative non c'è quella di fare di questo vino qualcosa di nicchia, ma certamente di preservarne l'unicità.
In questo concetto rientra anche quello di riconoscibilità, dove tutti i soci membri, con le loro storie, sono una testimonianza concreta di quanto questo vino non sia replicabile altrove grazie al territorio che gode delle brezze del lago di Garda e della protezione dei Monti Lessini dalle correnti fredde; grazie alle uve autoctone, tipicamente veronesi, al sistema di allevamento, in molti casi ancora a pergola.
L’Associazione, complessivamente commercializza 2,2 milioni di bottiglie di Amarone, circa il 16% della produzione totale, per un fatturato complessivo di 70 milioni di euro, il 20% del totale delle vendite della DOCG, di cui l’80% destinate all’export.
Per ulteriori informazioni sull'azienda vinicola Tedeschi, non perdetevi Tedeschi, o della storia della Valpolicella di Andrea Grignaffini. Filippo Bartolotta, esperto di vini italiani, dà un'occhiata alla selezione del vino Monte Olmi per vedere cosa lo rende un vino che vale la pena assaggiare oggi. Andate a leggere la pagina della cantina Tedeschi per saperne di più sulla storica cantina della Valpolicella.
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