Le Langhe: cosa vedere, gli itinerari e le cantine da visitare
Perché si chiamano le Langhe?
Sull’etimologia della parola Langa le interpretazioni si sprecano, ma se si pensa che in dialetto “andar per langa” significa camminare sulla cresta delle colline, allora mi sembra che non si debba fantasticare più di tanto per essere testualmente catturati da tale oscillazione.
Andare per langa, andare per vigna: voilà l’incipit più efficace da associare a questo celeberrimo paradiso vitivinicolo, altamente scenografico e, al tempo stesso, difficile da avvicinare.
Lingue di terra che si intrecciano a indicare i rilievi che si susseguono paralleli tra loro, formando valli strette e allungate (dal francese “langues”), oppure lunghezza, longitudine (dal tedesco “länge”) non cambiano più di tanto la mia interpretazione sulla zona: aristocrazia e austerità che si fondono nell’ordine e nell’eleganza, con una sottile vocazione alla malinconia e alla riflessione.
Un bene paesaggistico unico al mondo, dove il rincorrersi dei colli coperti da interrotti filari di vitigni, costellati da borghi, roccaforti e manieri, come quello di Barolo (che attualmente ospita uno strabiliante museo del vino) o il castello fortificato della vicina Monforte
Cosa mangiare nelle Langhe: cucina, piatti tipici e specialità
Le Langhe sono il regno indiscusso dell’enogastronomia, dove effettivamente la cucina e il vino sono il risultato di un mosaico di prodotti di eccellenza: il tartufo bianco di Alba, i grandi formaggi, le pregiate carni di razza Piemontese, la Nocciola Tonda Gentile, il Nebbiolo.
E da questo felice incontro, nascono i celeberrimi piatti della tradizione: il vitello tonnato, la lingua salmistrata, i brasati, i bolliti con le loro salse, i tajarin con la fonduta di Castelmagno, i ravioli (plin) ripieni di carne saltati al burro…
Il tutto e tanto altro ancora, accompagnato da sua maestà il Nebbiolo, nella sua eccellente versione “semplice”, così come in quella del Barolo o del Barbaresco.
Il Re dei vini rossi piemontesi: Il Barolo
Il Barolo, in particolare, è sicuramente uno dei più importanti vini rossi al mondo e vanta origini aristocratiche, quando il conte Louis Oudart, enologo, chiamato in Piemonte dalla marchesa Giulia Falletti di Barolo, che gli chiese, a inizio Ottocento, di creare un nuovo profilo delle sue uve Nebbiolo, per ottenere un vino in grado di competere con i francesi.
Quali sono le caratteristiche del Barolo?
Un vino di grande struttura, dal colore e dal profumo intensamente vellutato.
Il suo bouquet lo distingue da tutti gli altri, quindi la sua potenza alcolica, la quantità di acidi e tannini lo rendono eminentemente conservativo ed atto all’esportazione.
Le cantine storiche da visitare del Barolo nelle Langhe
Il successo mondiale iniziò negli anni Ottanta, quando produttori come Conterno, Giacosa, Mascarello, Rinaldi, si affiancarono a solide cantine come Fontanafredda, Marchesi di Barolo, Pio Cesare e Borgogno, contribuendo tutti quanti a trasformare questo grande rosso in un’autentica leggenda.
Borgogno è uno dei nomi più “antichi” che perpetua una tradizione consolidata di questo nettare, offrendo la dimensione più vera di Barolo (paese) e del Barolo (vino), continuando a raccontare una storia di passione contadina, un piccolo mito offerto al piacere della convivialità e della gola.
A tutti gli effetti, una forza evocativa che esercita un’attrazione unica sugli appassionati di vino con vini capaci di affrontare con disinvoltura maturazioni in bottiglia lunghissime: vitali e ricercatissime sono infatti molte annate degli anni 40, 50 e 60 del secolo scorso.
Grazie all’egregio lavoro di Andrea Farinetti, la cantina marcia con passo ormai ultra-spedito e (sempre grazie a lui) l’antico splendore della sede e delle vigne è pienamente ristabilito.
Cosa vedere nelle langhe del Barolo in un giorno?
Da Barolo ci spostiamo a La Morra, un’altra capitale riconosciuta del Barolo e sostiamo alla frazione Annunziata per visitare il complesso romanico-barocco dell’ex abbazia benedettina di San Martino di Marcenasco: chiesa con facciata secentesca, abside e campanile del secolo XV.
Possiamo allora avventurarci per Verduno e fare una bella passeggiata sulla collina di Monvigliero, splendido vigneto storico ricco di fama e suggestione.
Da qui proseguiamo per Novello (ripassando per Barolo), e raggiungiamo il suo castello che domina la splendida rocca, alto sui vigneti e sui boschi, sicuro caposaldo visivo di questa parte di Langa, parente stretto, nelle sue forme neogotiche ottocentesche della scenografica cascina albertina di Pollenzo.
Altri scenografici tornanti ci conducono poi soavemente a Monforte (600 m slm), che data l’altitudine nel dirigersi è come se si dilatassero portando lo sguardo vagante di collina in collina, fino a perdersi nella cerchia delle Alpi.
Gli ultimi balzi vitati sconfinano nei prativi e nei noccioleti, poi quando si incontra davvero Monforte, la vite ridiventa padrona incontrastata. Il suo territorio comunale è piuttosto vasto e le aziende dei vignaioli sono presenti un po' ovunque, in località suggestive: si possono raggiungere tranquillamente in auto come Aldo Conterno e Armando Parusso alla Bussia, Giacomo Conterno agli Ornati, Domenico Clerico sulla strada per Monchiero: tutti vi apriranno volentieri le porte delle loro cantine.
Da Monforte ci dirigiamo a Serralunga, uno dei centri più graziosi della Langa del Barolo: attorno al castello, perfettamente conservato, il nucleo storico a stradine concentriche restituisce un’atmosfera antica che è difficile trovare altrove. Un autentico piacere godere della vista dei grandi cru come Santa Caterina, Lazzarito, Lazzairasco, Parafada, Gabutti, tanto per citarne qualcuno.
Scendendo verso Alba, occorre fare una sosta alle tenute di Fontafredda, riconoscibili nella loro pittura a fasce orizzontali, conservando tutto il loro fascino ottocentesco: un luogo ricco di memorie con il lussureggiante parco, le sue cantine e la casa di caccia.Quindi tornare indietro in salita per Castiglione Falletto dove vi attende il suo castello (ora di proprietà della prestigiosa cantina Cavallotto) dalle torri cilindriche angolari e dal possente mastio centrale, al centro del Paese.
Ora si può riprendere la discesa (sempre in auto) e dirigersi a Grinzane Cavour: poche case intorno alla sagoma austera ma bellissima della fortezza, ora sede dell’Enoteca Regionale dei Vini Albe.
Via Vallada, 18 – 12065 Monforte d’Alba (CN
Una villa d’epoca che sorprende e incanta, inserita in un posto da cartolina, dove mangiare un’eccellente tradizione, bere una completa Langa e condividere storia e cultura con una famiglia super accogliente.
In più le camere dell’albergo, elegantissime e curate nel minimo dettaglio, vi proietteranno in una dimensione di assoluto relax, con vista panoramica memorabile su gran parte dell’arco alpino.
Via Alba 15 – 12050 Serralunga d’Alba Cuneo.
Nella magnifica cornice ottocentesca Villa Fontanafredda, la famiglia Alciati propone le leccornie piemontesi in raffinate sale che recuperano l’antico mischiando dolcemente con il moderno.
Via XX Settembre, 18 - 12064 La Morra (CN)
Una bellissima carta dei vini accompagna piatti gustosi della straordinaria tradizione langarola
Località Sant'Anna, 87 - 12065 Monforte D'alba (CN)
In aperta campagna, sapori e concretezza di Langa mettono in luce una ottima cucina che valorizza appieno il territorio