I Vini della Regione Lazio: I vini ed i vitigni tipici del Lazio


Guida ai Vini Laziali. Scopri i vini del Lazio, Storia & Abbinamenti

Guida Vini Lazio

Per cosa è famoso il Lazio?

Spesso ignorato dai visitatori per opera della comprensibile magnificenza di Roma, il Lazio rimane una regione sorprendentemente bella, che merita certamente alcuni giorni di visita. Da non perdere infatti Tivoli, le rovine della villa di Adriano, l'antico porto romano di Ostia Antica, o ancora più, nella terra degli Etruschi, le famose tombe di Cerveteri e Tarquinia.

 

Nella parte enogastronomica la regione è sicuramente famosa per gli storici vini dei Castelli Romani e per il Frascati e per i grandi classici regionali: la porchetta, l’abbacchio, i pecorini, i carciofi, l’amatriciana, la gricia, la carbonara e l’insuperabile “cacio e pepe”.

Geografia Lazio

Il territorio laziale è composto da ambienti assai diversi per morfologia ed epoca di formazione. La prima grande area è quella appenninica, più antica, composta prevalentemente da rocce calcaree ed estesa al confine con l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo e il Molise.

Le sue propaggini si spingono in direzione della costa dove sorge tra l’altro Roma e, nell’estremo sud della regione, le dorsali calcaree dei monti Ausoni e Aurunci giungono a pochi chilometri dal mar Tirreno.

 

Situata quindi nel cuore dell’Italia Centrale, la regione Lazio, quasi 6 milioni di abitanti e oltre 17.000 km² di territorio italiano, è un paesaggio trasformato nei secoli, frutto di lunghe e complesse operazioni di prosciugamento di terreni impaludati iniziate in epoca romana e conclusesi con gli interventi nella seconda metà del secolo scorso. 

 

Principali aree vinicole del Lazio

La zona collinare e quella montana rappresentano circa l’80% del territorio: troviamo catene montuose di origine calcaree, alle quali si affianca, nella parte occidentale, l’Antiappennino, costituito da una serie di coni vulcanici con i crateri spesso ricoperti da laghi (Bolsena, Vico, Bracciano, Albano, Nemi).

 

Una zona che costituisce una delle aree più adatte all’allevamento della vite, che trova spazio, comunque, anche in zone pianeggianti, come nel comune di Aprilia. 50.000 ettari circa di superficie vitata dove oltre ai caratteri del suolo, a favorire l’insediamento viticolo hanno influito il clima, decisamente temperato mediterraneo e la tradizione secolare.  

 

La storia del vino: Lazio

Il legame con la vite e il vino trova forti riferimenti nelle popolazioni etrusche e, successivamente, nelle gesta e nelle iniziative dei Romani. Il sistema della vite maritata a un sostegno vivo si è molto radicato e il suo impiego si è protratto a lungo nei secoli.

 

Le fermentazioni e il trasporto avvengono attraverso otri di pelle o anfore di terracotta, i vini sono solitamente mescolati con spezie, miele e altri aromi, mentre le principali zone di coltivazione all’epoca risultano le colline dei Castelli Romani, il Viterbese e la zona di Frascati. Transitano le epoche e verso la fine del secolo scorso, si ha la diffusione dei vitigni internazionali per poi negli ultimi anni riscoprire i vitigni autoctoni (Cesanese, Malvasia del Lazio e Bellone su tutti). 

 

Quanti vini Docg e Doc ha il Lazio?

Il Lazio è una regione che presenta una quantità non indifferente di aree a Denominazione di origine controllata (27) e soltanto 3 a Denominazione di origine controllata e garantita: Cannellino di Frascati, Cesanese del Piglio o Piglio, Frascati Superiore.

 

Le denominazioni più famose della regione Lazio

 

Castelli Romani

La zona dei Castelli Romani è certamente una delle zone più note e importanti dell’intera regione, caratterizzata da terreni vulcanica, privi di calcio ma ricchi di potassio. La Denominazione “Castelli Romani” è stata l’ultima, in ordine di tempo, a essere riconosciuta e si sovrappone alle altre presenti nel territorio per consentire ai produttori che desiderano puntare su un unico vitigno, a bacca bianca (solitamente la Malvasia Puntinata) o anche rossa, di essere tutelati da una denominazione.

 

I vitigni più coltivati sono il Bellone, il Bonvino Bianco, la Malvasia Puntinata o del Lazio, il Trebbiano Giallo e Verde tra le varietà a bacca bianca e il Cesanese Comune tra quelle a bacca rossa. 

 

Cesanesi

Tra la Provincia di Roma e quella di Frosinone, nella parte settentrionale della Ciociaria, incontriamo il mondo dei “cesanesi”: tre denominazioni (Cesanese del Piglio, Cesanese di Olevano Romano e Cesanese di Affile) che vedono il Cesanese protagonista di un comprensorio vocato alla produzione di vini rossi di buona struttura e capacità di invecchiamento.

 

Est! Est!! Est!!!

Spostandosi in provincia di Viterbo, uno dei vini dal nome più curioso e noto del comprensorio è quello appartenente alla denominazione Est! Est!! Est!!! di Montefiascone. Come base ampelografica ha il Trebbiano e la Malvasia Bianca Lunga. 

 

Nella parte occidentale troviamo Gradoli, sui monti Volsini: qui viene prodotto un vino da dessert dal vitigno Aleatico, anche nella versione liquorosa.

 

Nella parte meridionale della provincia di Latina si estende il cosiddetto territorio dell’Agro Pontino con suoli sabbiosi, argillosi, ricchi di minerali: la viticoltura ha visto soprattutto la diffusione di vitigni internazionali (Chardonnay, Merlot, Syrah e Petit Verdot).

 

Quali sono i vini laziali?

  • Cannellino di Frascati Docg
  • Cesanese del Piglio Docg
  • Frascati Superiore Docg
  • Cesanese di Affile Doc
  • Cesanese di Olevano Romano Doc
  • Aleatico di Gradoli Doc
  • Aprilia Doc
  • Atina Doc
  • Bianco Capena Doc
  • Castelli Romani Doc
  • Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Doc

 

Vitigni del Lazio

Per i vitigni a bacca bianca quelli prevalenti sono il Trebbiano, la Malvasia, il Bellone, il Bombino, il Cacchione, il Grechetto, l’Aleatico, il Moscato di Terracina, lo Chardonnay, il Sauvignon e il Viognier. Tra le uve a frutto nero troviamo il Cesanese, il Ciliegiolo, il Sangiovese, il Montepulciano, il Cabernet Sauvignon e Franc, il Merlot, il Syrah, il Petit Verdot.

 

Cosa mangiare nel Lazio: piatti e prodotti tipici

La regione è ricca di legumi, cereali (grano e avena), alberi da frutto, verdure pregiate, valorizzati da uno dei tanti ottimi oli evo, così come di formaggi e insaccati. Nella zona meridionale sono coltivati gli agrumi. Nei territori collinari vengono coltivati alberi da vite e ulivi.

 

I piatti simbolo sono la pasta in quattro versioni: alla carbonara, all'amatriciana, alla gricia e cacio e pepe. Per quanto piatti della tradizione troviamo l’abbacchio cotto al forno o a scottadito, i carciofi alla giudia, privati delle foglie più dure e del gambo, schiacciati affinché le brattee siano aperte a corolla e fritti in abbondante olio evo. E ancora troviamo la trippa alla romana, la coda alla vaccinara e le alici con indivia.

 

Quali sono i più importanti prodotti tipici del Lazio?

 

  • Pecorino di Picinisco DOP
  • Pecorino Romano DOP
  • Ricotta Romana DOP
  • Castagna di Vallerano DOP
  • Fagiolo Cannellino di Atina DOP
  • Nocciola romana DOP
  • Peperone di Pontecorvo DOP
  • Abbacchio Romano IGP
  • Carciofo Romanesco IGP
  • Porchetta di Ariccia IGP
  • Pane Casareccio di Genzano IGP
     

 

I piatti della tradizione laziale: quali vini abbinare?

Una pasta alla gricia (così come una “cacio e pepe”) trova come ottimo accostamento un bianco secco come il Frascati Superiore, la cui fragrante acidità insieme con finale lievemente sapido e ammandorlato è in grado di esaltare i sapori marcati e talvolta speziati del piatto.

 

Per quanto riguarda invece l’abbacchio, la trippa o la porchetta, potrebbe benissimo essere abbinato un Cesanese del Piglio o di Olevano Romano, per il suo gusto pieno, asciutto, leggermente tannico e vellutato, capace in questo caso di trovare un filo conduttore con la grassezza della carne.

 

Regione Lazio - Oggi

Per fortuna, negli ultimi anni, nonostante la mancanza di una precisa identità stilistica e territoriale, il valore si è notevolmente rafforzato, in quanto il Cesanese rimane l’indubbio protagonista di importanti denominazioni proponendosi come rosso aggraziato ed aromatico, cui si salda oggi, più che mai, la reale possibilità di una ripresa regionale.

 

La vocatissima area dei Castelli Romani sta vivendo una bella rinascita dopo anni di buio e la Malvasia Puntinata sembra aver intrapreso un ottimo qualitativo. Buoni risultati arrivano da Montefiascone, coi Trebbiano e le Malvasie che compongono l’Est! Est!! Est!!!, mentre rilevanti modelli di Grechetto si esprimono nella Tuscia viterbese al confine con l’Umbria. Infine i Castelli Romani emettono segnali confortanti con Cesanese, Montepulciano, Nero Buono e Sangiovese.

 

 



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