I piatti tipici toscani: i 15 migliori della cucina Toscana

Quali sono i migliori piatti della cucina Toscana? Cacciucco, Seppie in zimino, Cantucci, Crostini di fegatini, Bistecca alla fiorentina, Arista al forno, Fagioli all’uccelletto, Pappardelle al sugo di cinghiale, Tortelli di patate, Pici, Peposo, Lampredotto, Carabaccia, Pappa al pomodoro. Se amate la cucina italiana, questa guida è per voi. Non perdetevi questo viaggio nel cuore della Toscana!

Di Lele Gobbi
Nov 21, 2022
tagAlt.Traditional Italian wagyu bistecca alla Fiorentina roast beef with salt and pepper on a rustic old wooden board

La cucina Toscana: 15 piatti tipici

In Toscana anche il paesaggio rurale può essere considerato un’opera d’arte, costruita dal lavoro millenario dei contadini: l’agricoltura, più che da altre parti, ha favorito infatti un forte legame tra l’uomo e la terra. 

 

Quali sono i prodotti tipici della Toscana?

Due sono gli alimenti simbolo, il pane (sciocco, senza sale) e l’olio extra vergine di oliva che unendosi a verdure, legumi e cereali compongono un ricco repertorio di zuppe. 

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Quali sono i primi piatti tipici della Toscana?

Tra i primi spiccano le pappardelle, i pici, i tortelli di patate.

 

 

Che carne si mangia in Toscana?

Il catalogo delle carni tende a polarizzarsi da un lato su un ampio uso di frattaglie (trippa, milza, fegato, fegatini di pollo, interiora di selvaggina da piuma), dall’altro sull’impiego di tagli pregiati quali la lombata di manzo chianino o di altre razze bovine nella celeberrima bistecca, il carré di maiale nell’arista al forno, gli animali da cortile in sontuosi fritti. 

 

Quali sono i secondi di pesce tipici della Toscana?

Ai piatti di terra fanno riscontro specialità marinare come cacciucco e seppie in zimino

Ogni città e ogni comprensorio hanno il loro dolce, ma il solo che possa considerarsi unificante è il cantuccio, ovvero un delizioso biscottino alla mandorla. 

 

Quali sono i migliori piatti della cucina Toscana?

Cacciucco  

 

Cacciucco  

Celebre zuppa di pesce, epopea storico-gastronomica della cucina livornese. Si dice che per fare un buon cacciucco ci vogliono tredici tipi di pesci diversi, ma comunque (nel caso non si riuscisse ad arrivare a quel numero) non devono mancare pesci da minestra (gallinella, razza, cappone, scorfano) ed è opportuno che si trovi anche un po' di pesce da taglio (palombo) e molluschi cefalopodi (seppia e polpo)

Seppe in Zimino

 

Seppie in zimino

Uno stuzzicante secondo di pesce, arricchito con spinaci, bietole e pomodoro. L’etimologia della parola inzimino non è molta chiara: ci sono varie interpretazioni che vanno da samin a samana. In Toscana si intende un piatto di pesce particolarmente saporito.

Così, infatti, si cucinavano i pesci conservati nelle aree dell’entroterra, dove non c’era disponibilità giornaliera di pesce fresco.


Leggi la ricetta delle Seppe in Zimino

Cantucci di Prato

 

Cantucci di Prato

Deliziosi biscottini alla mandorla, molto spesso utilizzati a fine pasto accompagnati dal Vin Santo.

La loro caratteristica principale è quella di mantenersi a lungo croccanti e non friabili.



Leggi la ricetta dei Cantucci di Prato 

Ribollita

 

Ribollita

È la minestra toscana per antonomasia. Una minestra di pane dove il bello e il buono viene dopo, ovvero, poiché il giorno successivo che diventa “ribollita”, ossia il rimettere tutto sul fuoco e farlo “ribollire”, girando spesso con un cucchiaio di legno: il risultato è, in effetti, una zuppa di sapore completamente differente dalla precedente. 



Leggi la ricetta della Ribollita

Crostini di fegatini

 

Crostini di fegatini

Un classico degli aperitivi toscani, un paté di fegato e (cuore) di pollo, rigorosamente da spalmare sul crostino di pane. Una specialità di origine contadina, sorta per recuperare le frattaglie trasformate in un composto spalmabile molto sfizioso.



Leggi la ricetta dei Crostini di fegatini 

Bistecca alla fiorentina

 

Bistecca alla fiorentina

Sul nome c’è poco da dire, essendo chiaro che si tratta della volgarizzazione dell’inglese beef-steak, che sta a indicare una fetta di carne bovina. Caso mai sarebbe opportuno ricordare che il nome proprio è bistecca e non fiorentina, indicando con questo nome a Firenze una abitante della città o la sua squadra di calcio.

 

Per essere degna del suo nome, la bistecca deve essere grande: sia per lo spessore (almeno 3 cm) sia per la superficie. Da qui la necessità che si tratta da un animale di grossa mole, quindi non giovanissimo e di razza specializzata da carne. 

Arista al forno

 

Arista al forno

La leggenda attribuisce il termine “arista” ad un patriarca bizantino che nel XV secolo a Firenze per tentare la riunificazione tra le chiese di Oriente e Occidente, assaggiando questo carré di maiale, avrebbe esclamato “Àristos!” che in greco vuol dire “il migliore” e quindi eccellente, squisito.

 

Altri invece propendono per una derivazione dal latino arìsta, che indica qualcosa che, in senso lato, sta in alto, come appunto la lombata del suino. Ad ogni modo, questo piatto ha accompagnato per molti secoli la storia toscana



Leggi la ricetta dell'Artista al forno

Fagioli all’uccelletto

 

 

Fagioli all’uccelletto

Troppo facile osservare che nella ricetta non c’è traccia del volatile. Da cosa derivi il nome non è dato sapere: alcuni lo mettono in relazione alla salvia, erba usata per aromatizzare la selvaggina.

In questo piatto si esprime la passione toscana per i fagioli, in particolare della varietà cannellino, di forma allungata e leggermente prismatica.

Sgranati”, cioè raccolti prima che secchino del tutto e sgusciati dal baccello, hanno un colore fra il bianco e il verde, un gusto leggermente pungente e una consistenza inconfondibile. 

Pappardelle al sugo di cinghiale

 

Pappardelle al sugo di cinghiale

Uno degli impieghi più comuni del cinghiale è costituito proprio dal condimento per le pappardelle, un formato di pasta all'uovo del tutto simile alle tagliatelle ma di larghezza decisamente superiore.
 

Passata di pomodoro, vino rosso, sedano, carota, cipolla, aglio, salvia, alloro e rosmarino completano poi la succulenta ricetta.

 


Leggi la ricetta delle Pappardelle al Sugo di Cinghiale

Tortelli di patate

 

Tortelli di patate

I tortelli di patate sono un patrimonio esclusivo della zona del Mugello, dove ogni anno i paesi continuano a sfidarsi a suon di sagre alla ricerca della versione migliore.

 

Ci sono varie preparazioni, ma in generale si confrontano due scuole di pensiero: quella che vuole il ripieno insaporito con un soffritto di aglio, prezzemolo, olio e concentrato di pomodoro e quella che vede il ragù di carne

 


Leggi la ricetta dei Tortelli di Patate

Pici 

 

Pici 

Che la pasta più tipica del Sud del Senese siano i pici è ben noto ormai, ed è altrettanto riconosciuto che, nella zona di Chiusi e in generale nella bassa val di Chiana, l’aglione e il ragù di nana (anatra) ne sono il condimento più importante.

 

Grossi spaghetti ottenuti da un impasto da acqua, farina e sale (si può aggiungere un uovo quando le quantità risultano importanti, sopra le 10 porzioni) che dovrà essere lavorato con grande energia, in maniera da renderlo consistente e di buona elasticità.

 


Leggi la ricetta dei Pici 

Peposo

 

Peposo

Origine medievale da iscrivere nella categoria cucina della cucina povera, ancorché a base di carne. Speziatura e lunga cottura sono le sue caratteristiche principali che ben si prestano infatti alla valorizzazione delle carni meno nobili, coriacee e callose.


In un tegame di coccio il muscolo di manzo, l’aglio, il sale, il pepe e il vino per circa quattro ore compiono il loro dovere per quest’ottimo stufato, ahimè sempre più difficile da trovare nella sua forma originaria.

 

 


Leggi la ricetta del Peposo 

Lampredotto

 

Lampredotto

Il lampredotto, ovvero lo stomaco ghiandolare del bovino, rappresenta l’autentico esempio di fast-food fiorentino.

Ancora oggi Firenze pullula di ambulanti che vendono squisiti panini al lampredotto, colazione rustica ma quanto mai gradita che piace a tutti. Un gustosissimo spuntino che nei ristoranti viene però elaborato in diverse maniere: inzimino, con le bietole, con i funghi, con la cipolla…

 

Carabaccia

 

Carabaccia

Prende il nome da una piccola imbarcazione a forma di guscio che in tempi passati traghettava da una sponda all’altra del fiume Arno (il nome poi si è esteso al concetto di zuppiera e di conseguenza al suo contenuto).

 

Un’invitante zuppa di cipolle, madre della soupe des oignons francese che impiegava nel passato mandorle aromatizzate con zucchero e cannella al posto dei legumi (piselli o fave). 

 

Pappa al pomodoro

 

Pappa al pomodoro

Piatto del cuore in molte parti della Toscana, è semplicemente pane cotto con olio extra vergine di oliva, aglio e profumato di basilico, con il pomodoro a fare da base irrinunciabile.


La si può fare più o meno saporita, ma non la si può fare senza l’aglio; mentre il pane è tassativamente toscano, raffermo (né fresco, né secco) e di tipo bianco. 



 

Leggi la ricetta della Pappa al Pomodoro


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