Nero d'Avola, Nerello Mascalese, Nerello Mantellato, Perricone, Frappato, Alicante e altri vitigni, recentemente introdotti, come Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah rappresentano la varietà di vitigni a bacca nera prevalente in Sicilia.
La Sicilia è l'isola più grande del mar Mediterraneo: la sua superficie totale è leggermente superiore a quella dell'isola di Sardegna e di poco inferiore alla somma delle superfici delle altre tre grandi isole del Mediterraneo (Cipro, Corsica e Creta).
Vari sono i nomi che nel tempo sono stati adoperati per indicare la Sicilia.
Secondo questa interpretazione “Sicilia” significherebbe terra dei falciatori. Secondo altri il nome «Sicilia» deriva in realtà da sik, termine che sta a denotare l’ingrossamento e la crescita Quindi Sicilia significherebbe «terra della fecondità, isola della fertilità».
La storia del vino siciliano rispecchia da vicino quella del vino italiano in generale. Man mano che gli italiani imparavano di più sulla coltivazione dell'uva e sulle tecniche di vinificazione, si sono rivolti all'uva importata per produrre i vini che desideravano. La Sicilia aveva una sua varietà, chiamata Nero d'Avola dal paese dove venne coltivata per la prima volta.
La domanda internazionale di vino siciliano è in aumento a causa del suo profilo aromatico unico.
I vini siciliani sono noti per il loro sapore, come la crostata di ciliegie e more. Spesso hanno sentori di pesca e altri frutti. I vini sono spesso ottenuti da due vitigni: Nero d'Avola da un lato; e Frappato dall'altra parte.
Tra questi, il vitigno autoctono a bacca nera più celebre è il Nero d’Avola i cui vini sono caratterizzati da intensi aromi e imponenti strutture. Fra i vitigni a bacca bianca il più noto è lo Zibibbo con cui si producono i vini dolci di Pantelleria, oggi considerati fra i migliori d’Italia. Fra le uve autoctone a bacca bianca più importanti in Sicilia vi è il Carricante, il Catarratto, il Grecanico, il Grillo, l’Inzolia (nota anche con i nomi di Insolia o Ansonica) la Malvasia di Lipari e il Moscato Bianco. Fra le uve autoctone a bacca nera abbiamo il Frappato, il Nerello Cappuccio e Mascalese, il Perricone o Pignatello.
La cucina siciliana è una delle più antiche e caratteristiche di tutta la cucina italiana. Prende le sue radici da una varietà di influenze diverse: mediterranea, orientale e centro europea e nordafricana.
Gli antichi greci introdussero il primo utilizzo dell'olio d'oliva in Sicilia. Furono anche responsabili dell'introduzione in Sicilia della coltivazione del grano e dell'orzo.
Quello che pensiamo come il piatto di pasta moderno in realtà ha avuto origine in Sicilia, con Marco Polo che importò tagliatelle dalla Cina in Italia nel 1295. E questo è solo l'inizio: la cucina siciliana ha molte più ricchezze da esplorare!
Il metodo di cottura che è “più siciliano”? Arrostire la carne troppo cotta allo spiedo su un fuoco aperto - tipicamente una miscela di carne di maiale e manzo!