La classificazione vini: IGT, DOC e DOCG


Le sigle IGT, DOC e DOCG rappresentano una classificazione vini in Italia che racconta in modo rapido qualcosa di più sul prodotto che si sta acquistando.

Etichette dei vini italiani: Cosa significano IGT, DOC e DOCG?

Chiunque abbia acquistato una bottiglia di vino ha visto tre o quattro piccole lettere - IGT, DOC e DOCG - che spiccano sull'etichetta. Queste fanno parte del sistema di classificazione del vino italiano, una garanzia che si sta acquistando un vino di qualità prodotto secondo rigorosi standard governativi. La legge 164/92 che regolamenta la classificazione dei vini può essere riassunta graficamente in una piramide, alla base della quale si trovano i Vini da tavola, IGT, DOC e DOCG.

  • Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG)

  • Denominazione di Origine Controllata (DOC)

  • Indicazione Geografica Tipica (IGT)

  • Vino da Tavola

è opportuno specificare che questo sistema non identifica la qualità del vino, ma solo la sua territorialità e che un vino pregiato che aspiri a ottenere o mantenere un marchio di qualità, deve rispettare con precisione i requisiti imposti da un apposito insieme di norme, definito appunto disciplinare. Più “alta” è la denominazione, più complessi, particolari e restrittivi saranno i requisiti da soddisfare.

 

Vini italiani: IGT

Partiamo dalla base della piramide, dove troviamo i vini IGT.  I vini IGT sono quelli che provengono da un'ampia regione geografica. Per esempio, con un vino etichettato Veneto IGT, l'85% delle uve usate deve provenire dalla regione o area indicata, in questo caso il Veneto. Inoltre, ci sono una serie di regole che regolano la gestione dei vigneti, la produzione e gli standard sensoriali che devono essere seguiti. L'IGT ha le regole più indulgenti tra le denominazioni qui descritte. 

 

Vini italiani: DOC

Il livello intermedio della piramide è dedicato alle DOC. Con 333 diverse DOC in Italia, la maggior parte dei vini italiani rientrano in questa categoria e possono essere prodotti in stile rosso, bianco, rosato o frizzante. Provenendo da un'area geografica più ristretta rispetto alle IGT, questi vini sono intrinsecamente legati a quel territorio.

Ogni DOC ha le proprie regole per quanto riguarda le varietà di uva permesse e le percentuali usate nella miscela, le viti per ettaro, le rese massime del raccolto e i requisiti di invecchiamento. Inoltre, i vini DOC devono essere sottoposti a un'analisi chimica e sensoriale ufficiale effettuata da una commissione nominata dal governo prima di arrivare sugli scaffali. I vini DOC possono avere diciture aggiuntive come Superiore o Riserva, o includere il nome di uno specifico vigneto. 

Prosecco DOC

Se prendiamo l'esempio del Prosecco DOC, sappiamo che deve essere fatto con un minimo di 85% di Glera, una varietà locale, e prodotto in 5 province del Veneto (Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno) e in 4 province del Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine). Il restante 15% può essere costituito da uve bianche, sia di varietà locali che internazionali. Il Prosecco DOC può essere prodotto in stile spumante, rosato, frizzante e tranquillo con diversi gradi di residuo zuccherino e deve essere prodotto con il metodo Charmat, dove la seconda fermentazione avviene in grandi vasche anziché in bottiglia. In termini di aromi, il Prosecco DOC dovrebbe mostrare i classici aromi di mela verde, agrumi e fiori bianchi. 

 

Vini italiani: DOCG

In cima alla piramide abbiamo i vini DOCG. Il primo DOCG fu il Vino Nobile di Montepulciano, prodotto con Sangiovese, seguito dal Brunello di Montalcino, anch'esso prodotto con Sangiovese, e da Barolo e Barbaresco, entrambi vini Nebbiolo monovarietali del Piemonte. Ci sono ora 76 vini DOCG in Italia con la maggioranza concentrata in Piemonte, Toscana e Veneto. 

 

I vini DOCG hanno i regolamenti più severi ed estesi e sono prodotti in un territorio ancora più restrittivo rispetto alle DOC.

Essendo intrinsecamente legati ad un territorio, i vini DOCG mostrano caratteristiche distintive che rappresentano quel determinato territorio, quella particolare varietà e le tradizioni enologiche locali. Dal vigneto alla produzione, all'invecchiamento e fino all'imbottigliamento, l'intero ciclo è strettamente controllato. Il vino deve essere sottoposto a un'analisi chimica e sensoriale approfondita da una commissione governativa prima di essere imbottigliato e anche prima di essere immesso sul mercato. Inoltre, ogni bottiglia DOCG è etichettata con un sigillo speciale che mostra un numero di identificazione unico. 

 

Prosecco DOCG

 

Il Prosecco DOCG è prodotto da un'area ancora più ristretta del Prosecco DOC di cui abbiamo parlato prima, poiché il DOCG può provenire solo da due aree, Asolo o Conegliano Valdobbiadene. Il Prosecco di Asolo è etichettato Asolo Prosecco Superiore DOCG e il Prosecco di Conegliano è etichettato Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Conegliano è la zona storica di produzione del Prosecco. Inoltre, i vini etichettati con "Rive" indicano quei villaggi che producono vini d'annata di eccellenza, mentre "Cartizze" è conosciuto come il grand cru della regione, a causa delle ripide elevazioni che permettono alle uve di raggiungere la maturazione ideale con conseguenti vini eleganti e fragranti. 






 



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